Venezia 70: Child of God recensione del film di James Franco

child of godJames Franco sembra aver trovato realmente una nuova vocazione nella regia. L’attore, noto ai più per la sua partecipazione agli Spiderman di Sam Raimi, presenta al Festival di Venezia del 2013, nella sezione in Concorso, il suo ultimo lavoro, Child of God, film tratto dall’omonimo romanzo del grande Cormac McCarthy (in italiano Figlio di Dio).

 

La storia ruota intorno ad un serial killer, Lester Ballard, uomo dalla psiche disturbata probabilmente per aver assistito, da piccolo, al suicidio del padre. Lester vive da solo nei boschi intorno alle città di Crawley, Lewisburg, Marlinton e Roncerverte, nella Virginia Occidentale; è violento, sporco e aggressivo, curandosi particolamente di tenere alla larga ogni contatto umano. Stringe amicizia con dei peluches che vince ad una festa di paese e gioca con gli animali selvatici che cattura, ma proprio non vuole sapere di avere a che fare con i suoi simili, a meno che non siano ragazze … morte.

Scott Haze rinnova la sua collaborazione con il Franco regista e si trasforma nell’orribile e grottesco Ballard, un essere umano che lungo la via dell’autodistruzione riesce a trovare ogni giorno una diversa ragione per andare avanti, perpetrando i suoi crimini. Se all’inizio pensiamo che il nostro protagonista sia solo una vittima delle circostanze, man mano che la storia si dipana scopriamo la sua vera natura, tutt’altro che semplice. L’interpretazione, pur servendo un personaggio complesso, si rivela ben presto essere esasperata ed eccessiva, volta ad uno svolgimento che sembra inevitabile ma che, nel caso di McCarthy, lascia sempre spazio alla possibilità.

Interessante invece l’uso della musica che Franco sceglie di abbinare ai momenti più drammatici, creando un bel contrappunto attraverso l’inserimento di musica country che pur estraniando i gesti efferati del protagonista, rende più facilmente digeribili mostruosità che troppe volte non sono relegate allo schermo o alla carta.

Child of God è un film che mostra i suoi limiti, pur essendo sufficentemente equilibrato e interessante.

 

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