Winnie the Pooh

Arriva al cinema la seconda avventura di Winnie the Pooh targata Disney. Inventato da A. A. Milne nel 1926  e già portato sullo schermo da Walt Disney in persona nel 1977, ora Winnie ricompare in compagnia dei suoi amici Tigro, Tappo, Pimpi, Kangu, Ro e Ih-Oh, nella più classica tecnica di animazione Disney.

 

In Winnie the Pooh, nella quale compare anche Mr Pixar Jhon Lasseter in veste di produttore esecutivo, Pooh dovrà aiutare Ih- Oh a trovare la sua coda smarrita, ma poi la sua attenzione verrà indirizzata sulla ricerca del suo amico, il bambino Christopher Robin, rapito da un tremendo mostro, e pensare che Pooh era uscito di casa solo per cercare del miele. Non c’è nulla da fare, Winnie the Pooh è un tenero orsetto che piacerà quasi per forza ai più piccoli, le sue avventure sono tremendamente banali ma viste attraverso i suoi occhi, e quelli di Christopher Robin, diventano imprese epiche che solo lui, improbabile ed affamato eroe può compiere.

Proprio il bambino è l’artefice delle loro avventure, lui che immagina questo fantastico Bosco dei 100 Acri, ideale ‘set’ della vicenda, e ancora lui che da un’anima ad ogni cosa, da un peluche ad un palloncino rosso (Palloncino appunto), e non riesce ad immaginare altro come grande nefandezza che un mostro può compiere se non quella di bucare i calzini. Un’immagine di purezza e bellezza che sembra del tutto inattuale, ma che casa Disney, nonostante l’impero digitale che ci circonda, non esita a raccontarci, probabilmente senza farsi troppi conti in tasca, e regalando ai piccoli un po’ di magia della vecchia animazione, ed ai grandi un film dal sapore dell’infanzia.

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