Che cosa c’è per Matilde al centro del mondo? A questa domanda la protagonista di Youtopia, il nuovo film di Berardo Carboni, non sa ancora rispondere. A darle corpo e anima è Matilda De Angelis, giovane attrice ormai sempre più presente sullo schermo cinematografico e televisivo. Regista e attrice si uniscono così per raccontare del crescente divario tra mondo reale e mondo virtuale, quest’ultimo identificato sempre più erroneamente come locus amoenus nel quale potersi rifugiare, ma dove si nascondono anche numerosi pericoli.
Matilde (Matilda De Angelis) è una ragazza di appena diciott’anni. Per sfuggire ad un realtà che non le permette di avere quello che desidera si rifugia nel web. Qui trova un mondo a parte, e una scorciatoia per facili guadagni spogliandosi davanti alla webcam. Venuta a conoscenza dei problemi economici della madre Laura (Donatella Finocchiaro), Matilde si offre di aiutarla e per farlo si vede costretta ad indire un’asta online per vendere la propria verginità.
Tanti i temi
raccolti in Youtopia di Carboni, e tutti di grande
attualità. Dalle conseguenze della crisi economica sulle famiglie
al dilagante desiderio di possesso di ciò che non si ha, per
arrivare infine al tema principale: quello della fuga dalla realtà
in un mondo virtuale che oggi sembra poter essere accostato
all’idea di utopia. Con uno sguardo iperrealistico, e per questo
anche inquietante, il regista porta avanti la sua indagine su come
il mondo e l’umanità stiano evolvendo. Un evoluzione che è in
realtà un’involuzione, che dà vita a personaggi tetri, fragili,
spietati. A sottolineare il crescente degrado della società è il
modo in cui il tema della prostituzione online venga affrontato da
madre e figlia, come se all’interno di un mondo brutale ciò non
fosse nulla di scandaloso, anormale.
Youtopia si alterna così tra la quotidianità dei personaggi e le fughe virtuali della protagonista, riprodotte con animazioni fedeli a quelle dei videogiochi. Questa è infatti un’opera che gioca molto con la virtualità facendone un suo elemento imprescindibile, tanto da sbatterci violentemente in un’alternanza tra la tranquillità di questa e la brutalità della realtà.
Tuttavia nel suo raccontare, spesso il regista si perde a giocare con la bellezza della sua protagonista, esaltandola in tutte le forme, ma dimenticando l’importanza della scrittura. È in sceneggiatura che infatti si riscontrano una serie di falle che rallentano la narrazione o faticano a tenerla in dei binari ben precisi. Si ha a volte l’impressione che il film compia dei giri eccessivamente larghi per arrivare al nocciolo, che seppur ciò aiuta a caratterizzare meglio i personaggi, allo stesso tempo disorienta lo spettatore su ciò di cui si sta trattando.
La fortuna di Carboni è
però quella di avere un trio di attori che riesce a reggere il film
e i rispettivi ruoli. Matilde De Angelis continua a convincere come
attrice, sfoggiando sempre nuove potenzialità, mentre Donatella
Finocchiaro si misura abilmente con un ruolo dalla complessa
drammaticità. A troneggiare è infine Alessandro
Haber, nel ruolo di Ernesto, vero e proprio orco che non
si fa scrupoli nella sua ricerca della continua trasgressione. Un
ruolo difficile da digerire per la sua brutalità, brillantemente
interpretato e che permette ad Haber di sfoggiare nuove sfumature
di personalità.
Ciò che di Youtopia è interessante è il modo in cui il regista reinventa un genere, riuscendo a raccontare, pur se non privo di macchia, dei pericoli di un’umanità che ha smesso di essere tale, ma dietro le cui brutture a volte si nascondono angoli di luce e speranza. Il regista non giudica i suoi personaggi, ma anzi li comprende nel bene e nel male, li fotografa in modo asciutto, riconoscendoli tutti come vittime, tanto del denaro che di un mondo dove sognare è diventato sempre più difficile.