La Ragazza nella Nebbia: Donato Carrisi e il cast a Roma

La Ragazza nella Nebbia

Il cast de La Ragazza nella Nebbia, assieme al regista Donato Carrisi, si è riunito a Roma per incontrare la stampa in occasione della promozione del film, in uscita del film il 26 ottobre e della presentazione in anteprima al Festival del Cinema di Roma.

 

Donato Carrisi è alla sua prima regia ma non è certo nuovo nei set, avendo lavorato come sceneggiatore.

R: Avendo sempre lavorato al fianco dei registi, non ero del tutto estraneo a questo mondo. Spesso infatti mi dicono che i miei libri assomigliano a dei film.

Il film è un’indagine sul Male. Jean Reno e Alessio Boni – gli altri due protagonisti oltre a Toni Servillo – come vi siete relazionati col vostro personaggio, lo psichiatra Auguste Flores (Reno) e il Professor Martini (Boni)?

Jean Reno: In questo film nessuno è ciò che sembra. Io interpreto uno psichiatra e compito degli psichiatri è indagare il dentro degli altri, anche le personalità più deviate dal male appunto. E del mio stesso personaggio, un uomo apparentemente semplice, dalla “faccia onesta”, non si capisce se sia dalla parte del bene o del male. Questo film è un cammino, un’evoluzione dei vari protagonisti e per questo lo ho accettato, oltre che per poter lavorare al fianco del grande Toni Servillo.

Alessio Boni: io non conoscevo Donato Carrisi se non come scrittore, ma solo marginalmente. Quello che mi ha affascinato di questa sceneggiatura è la capacità di indagare il Male che vige in ognuno di noi, che potrebbe serpeggiare dentro di noi. È sempre lì con noi, ma se si crea una “crepa” nella nostra esistenza potremmo arrivare a farci o a fare del male. La cosa che mi ha colpito di Donato è la capacità di entrare nella testa delle persone.

Signor Carrisi come mai stavolta si è messo a fare il regista, lei che nasce come scrittore? Non si fidava degli altri o era solo una nuova sfida verso sé stesso?

In realtà in questo caso non ero LO scrittore, ma uno degli scrittori. È stato un lavoro di squadra, un film di autori dove ognuno porta il proprio contributo, dal montatore allo scenografo. Fare il regista mi ha solo permesso di ispirare gli altri. Quindi ho dato fiducia a tutta la crew. Ad esempio, nel  personaggio del professor Martini, Alessio Boni mette del suo. Quindi partendo da un personaggio imperfetto, grazie all’apporto di Alessio arriviamo ad una figura completa.

Jean Reno dal suo canto ci ha sorpresi richiedendo di recitare in italiano, quindi il suo personaggio passa attraverso la sua interpretazione anche della lingua italiana.  Per quanto riguarda Toni il suo protagonista è nato in me con la faccia di Servillo scolpita addosso, quindi è un altro discorso.

L’aspetto, negativissimo, dei Media nel film è essenziale. Un caso giudiziario che diventa uno strumento di apparizione.

C’è una cosa che nessuno dice: il crimine è un business. È accaduto anche nella realtà che il luogo di un efferato omicidio risentisse positivamente della eco televisiva e mediatica. Un fatto di cronaca nera diventa così un qualcosa dal forte impatto economico, portando con sé una valanga di pubblicità, trasmissioni, giornalisti, turismo. È un circo mediatico e vizioso che riguarda i media, gli investigatori che li fomentano e i telespettatori famelici che aspettano da casa le notizie. Non ci sono innocenti. Proprio come in questo film. L’immagine che appare alla fine de La Ragazza di Nebbia non è solo quella del mostro assassino, ma anche quella che ci guarda dal nostro riflesso nello specchio. Siamo tutti un po’ mostri infondo.

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