I Pinguini di Madagascar: recensione del film

I Pinguini di Madagascar

Sono eleganti (sempre in smoking), sono intelligenti, sono ‘carini e coccolosi’, e sono tornati! Sono Skipper, Kowalski, Rico e Soldato, I Pinguini di Madagascar, che lasciato il circo di Alex, Gloria, Melman e Martin sono pronti per un’avventura in bianco e nero, alla scoperta del mondo. Ma cosa può succedere di brutto a quattro adorabili pinguini che piacciono a tutti? I nostri eroi scopriranno che c’è qualcuno di molto cattivo, di molto arrabbiato e soprattutto di molto pericoloso che vuole distruggere per sempre la loro carineria!

 

Nell’ambito della mancanza di creatività dell’industria hollywoodiana, non si salvano nemmeno i progetti d’animazione della Dreamworks, che si sono concentrati su una serie di sequel e spin off, che pur conservando un’alta qualità e un livello artistico elevato, rifuggono sempre dal rischio e dal tentativo di innovare. I Pinguini di Madagascar sono un frutto di questa mentalità: si prendono dei personaggi che funzionano già all’interno di un contesto (la trilogia di Madagascar), se ne misura la popolarità e si cerca di raccontare una storia che abbia per protagonisti questi personaggi.

I Pinguini di Madagascar

Ma ogni racconto, anche il più sicuro e il più tradizionale, ha bisogno di elementi nuovi per poter raccontare qualcosa, e così per I Pinguini di Madagascar la novità è rappresentata dal Vento del Nord e da Octavius Brine. Da una parte abbiamo un gruppo di agenti segreti, tutti animali dell’artico, una civetta delle nevi, un orso polare e una foca bianca, capitanati da un husky (con la voce di Benedict Cumberbatch), che hanno il compito di proteggere gli animali in difficoltà, in questo caso i quattro pinguini; dall’altra abbiamo il villain di turno, un terribile polpo viola (con la voce di John Malkovich) intenzionato ad avere la sua rivincita sui teneri pinguini.

Lo spin-off di Madagascar, che arriverà al cinema il prossimo 27 novembre, ha tutti gli elementi per essere il primo film di un ennesimo franchise di successo: è coinvolgente e divertente per il pubblico di riferimento, l’azione è dettata da un buon ritmo, le immagini sono vivide, i personaggi sono tutti animali rappresentati in maniera ‘carina e coccolosa’, l’happy-ending e il messaggio positivo finale incorniciano un buon prodotto realizzato esclusivamente per i più piccoli.

- Pubblicità -