Un fidanzato per mia Moglie recensione del film con Luca Bizzarri

Un fidanzato per mia MoglieCamilla (Geppi Cucciari), lasciata la Sardegna, luogo dove aveva famiglia, amiche, lavoro, si reca a Milano per sposare Simone (Paolo Kessisoglu). Dopo un paio d’anni, i due entrano in crisi e il rapporto diventa insostenibile, specie per un’ insoddisfazione generale di Camilla. Simone vorrebbe separarsi, ma non ha il coraggio di parlarne con la moglie. Ricorre allora al Falco (Luca Bizzarri), playboy che dovrebbe sedurla in modo che sia lei a lasciare lui.

 

Tratto dal film argentino Un novio para mi mujer, Un Fidanzato per mia Moglie di Davide Marengo (Notturno Bus) gioca con degli elementi di commedia per affrontare temi più vasti e “nobili”. Lo fa il più delle volte con leggerezza, ma anche con profondità d’animo quando c’è bisogno di entrare dentro al cuore della questione. Al di là delle invenzioni stilistiche, c’è una storia credibile che funziona, inserita perfettamente in un contesto attuale, che a tratti diverte senza mai essere volgare e racconta una varietà di vite e personaggi. La linea è quella di un problema lavorativo sullo sfondo che porta ad insoddisfazioni e frustrazioni, relativi problemi di coppia e che sprofonda in un diffuso malessere dal quale è molto difficile uscire. Non tutto è approfondito a dovere, qualche passaggio avrebbe voglia di una spiegazione ulteriore, soprattutto nei motivi per i quali si arriva al malessere della donna. Tale desiderio passa comunque in secondo piano con l’evolversi della storia.

In più, abbiamo una serie di personaggi di contorno interessanti, su tutti il Falco di Luca Bizzarri, spassoso playboy sul modello bello e dannato, ma che fuma la sigaretta elettronica.

Una fidanzata per mia MoglieDa non sottovalutare lo smembramento, almeno nei ruoli, della coppia televisiva Luca-Paolo, che nel film non sono amici per la pelle, ma perfetti estranei e anzi uno è subalterno all’altro; sono insomma personaggi separati. Visto che il più delle volte il successo televisivo della “coppia” viene, giustamente, lasciato intatto al cinema, o comunque le due storie sono destinate ad entrare in contatto sotto il profilo dell’amicizia (Pio e Amedeo; Ale e Franz, che hanno una piccola parte in questo film; Ficarra e Picone ), ciò che accade qui non è affatto scontato e poteva essere rischioso.

Non fatevi ingannare dal titolo, che ricorda quello di un cinepanettone (anche se va sottolineato che è la traduzione letterale di quello argentino). Nel calderone italiano di commedie o presunte tali degli ultimi tempi, quella di Marengo, che ha una sensibilità registica e visiva non indifferente, è una delle meglio riuscite, nonostante qualche passo falso in sceneggiatura, dove si preferisce non rivelare invece che approfondire. La Cucciari, nel primo ruolo da protagonista, è meglio qui che in molte altre parti più piccole.

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