Una vita da Gatto recensione del film con Kevin Spacey

Una vita da Gatto

Quando si apprende dell’uscita di un film con due mostri sacri come Kevin Spacey e Christopher Walken, ci si aspetta qualcosa di buono, quanto meno di vagamente ricreativo. Si può pensare che arrivati all’apice delle loro carriere, essi scelgano con un certo raziocinio i copioni che vengono loro sottoposti.

 

Ma il perché attori del loro calibro (senza menzionare Jennifer Gardner) abbiano preso volontariamente parte ad un film come Una vita da Gatto, è cosa apparentemente poco comprensibile.

Di storie incentrate sugli animali domestici, e nella fattispecie sul felino domestico più amato del mondo, è piena la filmografia mondiale. Ma se i prototipi di partenza sono classici come FBI: Operazione Gatto o Le tre vite della Gatta Tomasina (gentili omaggi della casa Disney al genere per famiglie), in questo caso la pellicola è destinata piuttosto a finire nel dimenticatoio.

Tom Brand (Kevin Spacey) è un magnate dell’industria dedito al lavoro e dimentico dell’esistenza della propria famiglia. Quando la figlioletta Rebecca (Malina Weissman) gli chiederà un gatto come regalo di compleanno, Tom si imbatterà in un eccentrico venditore di animali (Christopher Walken) che scaglierà su di lui una “maledizione”. L’uomo rimarrà infatti imprigionato nel corpo di un felino fintanto che non rivaluterà le sue priorità, comprendendo il valore degli affetti e ponendo rimedio ai propri errori.

Una vita da Gatto – la recensione

Il film è diretto da Barry Sonnenfeld, regista affatto malvagio quando – in passato – si era cimentato con la trilogia di Men in Black o con Get Shorty. In questa occasione però Sonnenfeld pare essersi dimenticato come si dirige, esibendosi in bruschi tagli di scena e sovrapponendo, in molte scene, alla figura reale del gatto quella fittizia creata con la CGI.

Gli attori appaiono fuori forma, se non svogliati, a partire da Spacey, la cui voce mascolina mal si adatta alle fattezze del peloso ospite.

Il film ha incassato in America poco più di $ 44 milioni, a fronte di una spesa di $ 30, ricevendo critiche complessivamente negative, e arriverà nelle nostre sale il 7 dicembre.

Pellicola comunque più adatta per l’home video, la visione di Una vita da Gatto è sconsigliata persino a chi – come chi scrive – è fervente amante dei gatti e delle loro abitudini quotidiane.

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