Riapre domani, lunedì 14 ottobre a
Roma, per volontà della “Fondazione Fersen”, lo “Studio Fersen di
Arti Sceniche”. Lo Studio, creato nel 1957 da Alessandro Fersen,
drammaturgo, regista e teorico del teatro, è rimasto aperto fino
agli anni ’90 ed e’ stato un punto di riferimento per la scena
culturale italiana. Frequentato da intellettuali e artisti come
Pasolini, Dario Fo, Grotowski ed Andy Warhol, lo Studio Fersen ha
formato attori quali Claudia Cardinale, Paola Pitagora, Monica
Guerritore, Alessandro Haber, Cosimo Cinieri.
Un’occasione da non perdere per tutti
coloro che vogliano conoscere o approfondire la conoscenza delle
arti sceniche e, soprattutto, se stessi.Nel 1957, all’apertura
dello “Studio”, Fersen parte da Stanislavskij, il primo a
teorizzare la necessità d’introspezione dell’attore. Fersen
capisce che la tecnica del russo, che insegna all’attore ad
individuare oggettivamente e assimilare le “intenzioni” del
personaggio, è da superare. L’attore deve conoscere soprattutto se
stesso e questa conoscenza deve divenire a sua volta sentimento.
Per Fersen la vita teatrale deve tornare alla dimensione perduta
del rito, all’origine. Da queste constatazioni di ordine filosofico
ed antropologico prende il via la tecnica psicoscenica dell’attore,
una vera e propria grammatica interiore che ha un valore formativo
e costituisce la spina dorsale dell’interpretazione scenica. Nello
“Studio” la tecnica si sviluppa, attraverso una serie di
esercizi, in due direzioni, l’abbandono ed il
controllo:
“Si tratta di eliminare storture
e manomissioni che influiscono sulla personalità dell’attore, di
risalire alle origini stesse della vita teatrale in noi.E’ un
itinerario a ritroso nel tempo individuale e nel tempo storico
insieme; un itinerario dalla superficie alla profondità: giacché il
presente è la nostra superficie, nelle profondità dorme il nostro
passato individuale ed ancestrale”.
Direttore dello Studio Fersen oggi è
Marco Colli, allievo e aiuto regista di Alessandro Fersen negli
anni ’70 e ’80, che ha insegnato per molti anni allo Studio, prima
della sua chiusura. Colli ha inoltre lavorato come regista,
sceneggiatore ed autore in cinema, teatro e televisione. Materia
del suo corso, la tecnica psicoscenica, secondo le direzioni
indicate dal metodo elaborato dal maestro. Colli sarà
coadiuvato da Milco Paravani, attore e uno degli ultimi allievi di
Fersen, che condurrà le esercitazioni con gli attori.
Clemente Tafuri e David Beronio,
direttori artistici del Teatro Akropolis di Genova, condurranno il
corso – laboratorio “Il potenziale espressivo del corpo”: la
pratica e lo sviluppo di un sistema di esercizi che introduce i
partecipanti alle diverse problematiche del lavoro fisico
dell’attore. Gli esercizi mirano all’approfondimento degli aspetti
primitivi dell’azione mitica, ovvero un’azione svincolata da ruoli,
personaggi e codici, capace di evocare più che rappresentare,
frutto di un dissolvimento dell’identità che gli attori raggiungono
nel lucido abbandono all’intreccio di forze in cui i corpi si
trovano calati.
Fersen ha lavorato con Kantor e, a
Pontedera, al fianco di Grotowski, ha sviluppato un suo percorso di
lavoro e ricerca per arrivare ad un’idea della totalità espressiva
della scena, come idea e luogo dove arte e vita si fondono. Dalle
differenze formali e di metodo fra Kantor, Fersen e Grotowski,
Arpini ha colto quell’unità essenziale di un teatro che è delle
origini e della contemporaneità: l’organo pulsante che ha
determinato e guidato, anche se in percorsi diversi, il lavoro dei
maestri polacchi, è la memoria, con i suoi meccanismi: una macchina
eminentemente teatrale.
Corsi di alta formazione si svolgeranno nei week end ed avranno una
durata di 30 ore circa, saranno tenuti da importanti figure del
teatro, quali la scenografa e costumista Santuzza Calì, il
professor Ferruccio Marotti ed altri personaggi dello spettacolo e
non solo: attrici, danzatori, registi, poeti, sciamani.
Il nuovo Studio Fersen di Arti Sceniche è ospitato all’interno
dell’Istituto Tecnico Industriale Galileo Galilei di Roma. Il
grande edificio, progettato negli anni ’20 dall’architetto Marcello
Piacentini, si affaccia su via Conte Verde al numero civico 51, a
due passi da Piazza Vittorio e dalla Stazione Termini, a pochi
metri dalla fermata della Metro A -Manzoni.
Laureata in filmologia all'universitá
Roma Tre con una tesi sul cinema afroamericano. Si guadagna il pane
facendo la video editor, ma ama scrivere dei film che vede, anche
su superficialia.tumblr.com Scrive per cinefilos da Settembre
2010