Ad inventarlo fu quel
genio di Alfred Hitchcock, che nel suo film più
riuscito (secondo alcuni il più bello della storia del cinema)
adottò una tecnica meccanica per dare l’impressione delle
vertigini, e per far condividere allo spettatore le stesse
sensazioni di smarrimento che colpiscono Scottie (James
Stewart) quando si trova in punti molto alti. Il film è
ovviamente La Donna che Visse due Volte
(Vertigo, 1958), capolavoro assoluto del
cinema di Mastro Alfred e dell’intera storia del cinema. L’effetto
viene realizzato combinando un movimento su dolly indietro e uno
zoom in avanti, o viceversa (dolly in avanti e zoom all’indietro),
tanto che in origine l’effetto è chiamato appunto “dolly zoom”. Ma
ben presto si passò a chiamarlo “effetto Vertigo”, in omaggio al
film in cui era stato inaugurato.
Adesso il montatore Vashi Nedomansky ha messo insieme tutte le più grandi scene della storia del cinema (secondo lui) che presentano proprio l’utilizzo di questa tecnica, compreso il capolavoro di Hitchcock. Quello che avvertiamo è la chiara sensazione che l’effetto, nato per “farci entrare nella testa di una persona che soffre di vertigini”, è straordinariamente efficace per aumentare il pathos di certe scene e per dare quel senso di inquietudine, denomunatore comune di tutto il cinema di Alfred Hitchcock.
Ecco il video che ha per colonna sonora, ovviamente, la disturbante traccia “Prelude and Rooftop” dalla colonna sonora originale di Vertigo – La Donna che Visse due Volte, composta da Bernard Herrmann.
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Fonte: indiewire