Steven Soderbergh ammette che i Cinecomics non fanno per lui: “Non fanno sesso!”

Steven Soderbergh, Meryl Streep e Gary Oldman
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Un altro grande nome trai registi di Hollywood ammette di non sentirsi a proprio agio con i Cinecomics, questa volta tocca a Steven Soderbergh, regista premio Oscar per Traffich e prolifico autore contemporaneo. In una lunga intervista a thedailybeas il regista ha affrontato la questione incalzato sul tema di dirigere un film sui supereroi e sul suo modo di appassionarsi ai personaggi e al modo nel quale ama raccontarli. L’occasione è stata l’uscita imminente del suo ultimo film Kimi, una sorta di variazione del 21° secolo su La finestra sul cortile – via- Panic Room – via – The Parallax View.

 

Non proprio, e non sono uno snob; non è che mi senta in qualche modo di livello superiore. Diventa davvero l’universo che occupi come narratore. Sono semplicemente troppo legato alla terra per liberarmi davvero in un universo in cui la fisica newtoniana non esiste [ride]. Ho solo una mancanza di immaginazione al riguardo, motivo per cui l’unica incursione che ho avuto nella pura fantascienza [Solaris del 2002] era essenzialmente un film drammatico ambientato su un’astronave. Inoltre, per me è difficile comprendere questo mondo e non riuscirei a scrivere o supervisionare la scrittura della storia e dei personaggi, a parte il fatto che posso piegare il tempo e sfidare la gravità e sparare raggi dalle mie dita, ma perché non si Scopa? Nessuno scopa! Ad esempio, non so come dire alle persone come comportarsi in un mondo in cui non è una cosa che accade. L’universo fantasy, a quanto so, tipicamente non prevede molto sesso. Questo senza contare altre cose come: chi paga questa gente? Per chi lavorano? Come hanno ottenuto il lavoro? Se le persone vogliono andare a sperimentare quell’universo, va bene. Come regista, non so proprio da dove cominciare.

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