Mary Poppins: il film del 1964 accusato di “linguaggio discriminatorio”

Julie Andrews Mary Poppins

Mary Poppins, il classico film del 1964 (di cui è poi stato realizzato il sequel Il ritorno di Mary Poppins) interpretato da Julie Andrews, ha subito un innalzamento dell’età consigliata da parte della censura cinematografica britannica poiché presenta un “linguaggio discriminatorio“. Come riportato dalla BBC, il film infatti è stato riclassificato da U, che sta per universal, a PG, ovvero Parental Guidance, rendendo dunque necessaria la supervisione di un adulto. Il motivo sarebbe il duplice utilizzo del termine “ottentotti“, originariamente usato in modo dispregiativo dagli europei bianchi per i popoli nomadi dell’Africa meridionale e utilizzato per riferirsi agli spazzacamini con la faccia sporca di fuliggine.

Il BBFC (British Board of Film Classification) ha dunque dichiarato che questo “supera le nostre linee guida” per i film U, in quanto “Sebbene Mary Poppins abbia un contesto storico, l’uso di un linguaggio discriminatorio non è condannato“. Il BBFC ha poi dichiarato di aver classificato il film nel 1964 e poi nuovamente per una riedizione nel 2013. “Recentemente, il film ci è stato ripresentato nel febbraio 2024 per un’altra riedizione nelle sale, e lo abbiamo riclassificato PG per il linguaggio discriminatorio“, ha dichiarato un portavoce.

Mary Poppins accusato di “linguaggio discriminatorio”, cosa significa?

Il BBFC ha dichiarato che la sua ricerca sul razzismo e la discriminazione ha mostrato che una delle preoccupazioni principali per le persone, in particolare per i genitori, è “la possibilità di esporre i bambini a un linguaggio o a un comportamento discriminatorio che potrebbero trovare angosciante o ripetere senza rendersi conto della potenziale offesa“. L’organizzazione afferma che una classificazione PG “non dovrebbe turbare un bambino di circa otto anni o più” e che “i bambini non accompagnati di qualsiasi età possono guardarlo, ma si consiglia ai genitori di considerare se il contenuto può turbare i bambini più piccoli o più sensibili“.

Una classificazione U significa che un film dovrebbe essere “adatto a un pubblico di età pari o superiore ai quattro anni“, anche se il sito web aggiunge che “è impossibile prevedere cosa potrebbe turbare un particolare bambino“. La notizia ha prevedibilmente suscitato grande indignazione e riacceso gli eterni dibattiti sulla censura e sulla necessità di contestualizzare le opere con il loro periodo storico di produzione. Ad ora, tuttavia, Mary Poppins è dunque da intendersi – almeno secondo queste classificazioni – non più come un film per tutti.