Harmony Korine sul suo Aggro Dr1ft: “Un tentativo di innamorarmi di nuovo del processo del fare film”

harmony korine venezia 80

Grande amico della Mostra di Venezia, Harmony Korine arriva al Lido mascherato e sereno, a presentare Fuori Concorso il suo nuovo film Aggro Dr1ft, quello che sembra l’inizio di un nuovo capitolo nella sua filmografia, sempre molto concreta e legata al reale e ai personaggi.

 

In merito a questo nuovo lavoro, un tuffo nella sperimentazione, Korine spiega: “Non ero soddisfatto nel fare o guardare i film tradizionali, e ho cominciato a pensare che ci fosse qualcosa oltre la loro realizzazione. Volevo sperimentare l’idea di cosa venisse per me dopo che un film è finito, per me è stata una specie di esperienza sensoriale, una vibrazione, l’essere dentro un gioco.” 

E proprio i videogiochi sono stati la sua principale ispirazione per la realizzazione del film, in particolare gli open world, come Legend of Zelda. “L’ingegneria del giochi mette in campo una vera e propria creazione di un mondo, oggi, molto più che un film, l’estetica di un gioco per me è una delle forme espressive più interessanti in circolazione.”

Ma più che cinema sperimentale, quello di Harmony Korine è un gioco, un tentativo di riconnettersi con l’arte del cinema: “Non volevamo realizzare un esperimento tecnico, ma volevo divertirmi con il medium. Non c’era più senso di divertimento e di gioco nel processo della realizzazione dei film, e quindi ho voluto tornare a quello che mi faceva divertire, un tentativo di innamorarmi di nuovo del processo.”

Per farlo, Harmony Korine ha utilizzato una serie di strumenti precisi, come le termocamere, che gli hanno consentito un modo diverso di girare, utilizzando anche un vocabolario differente e specifico. “È stato divertente anche solo provare cose nuove. Provare un misto di tecnologia e creatività, spingere la tecnica per vedere creativamente dove si poteva arrivare. Stiamo lavorando adesso una dream box, che permette di creare immagini solo pensandole. È questo il tipo di cose che mi piace fare, è un continuo esperimento.”

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