Giornate degli Autori

Ci siamo: decollano le Giornate degli Autori. Come nell’immagine di quest’anno, il corpo dell’aspirante supereroe senza mantello è teso in avanti e guarda al futuro: uno slancio fatto di novità e tradizione, perché di una storia lunga 14 anni si deve raccontare anche il passato. Da lì tornano registi che avevano già scommesso insieme alle Giornate e che oggi festeggiano i loro nuovi film. Sono autori affermati come Faouzi Bensaidi che presenta Volubilis e Vincenzo Marra che porta L’equilibrio e giovani talenti come Pengfei (con The taste of rice flower ) e il duo Botrugno-Coluccini (Il Contagio) che in questa edizione lanciano le loro opere seconde. Torna in scena anche Celia Rowlson-Hall con un corto della collezione MIU MIU Women’s Tales dopo MA, il suo lungometraggio d’esordio (alle GdA nel 2015). Ritorna anche Sami Blod di Amanda Kernell, opera prima in concorso lo scorso anno riproposta dal Premio LUX del Parlamento europeo (di cui è tra i film vincitori).  Lo zaino in spalla delle Giornate contiene un passato che segna la “fidelizzazione” degli autori che qui trovano una casa da cui lanciarsi verso l’industria internazionale, sempre a caccia di quel mix eccellente di piglio commerciale e talento.

 

Sono ventiquattro i film di questa edizione, da ventuno paesi (molte le coproduzioni), dodici lungometraggi in concorso e dodici tra eventi e proiezioni speciali, di cui due cortometraggi di casa MIU MIU e uno firmato da un volto noto del cinema italiano che passa eccezionalmente dall’altra parte della macchina da presa (Claudio Santamariacon The Millionairs). Due opere prime: M di Sara Forestier e Dove cadono le ombre di Valentina Pedicini. Due i registi di fama internazionale che, dopo i successi alla Mostra negli anni passati, scelgono le GdA per i loro film del 2017: l’eclettica artista iraniana Shirin Neshat con Looking for Oum Kulthum e Pen-ek Ratanaruang, un’eccellenza nel cinema tailandese, che torna al Lido con Samui Song e apre il calendario di proiezioni (domani alle 14.00 in Sala Perla).

Il film di Pen-ek è la storia di un’oppressione. Lei, Viyada, è un’attrice di soap opera, bella e fragile, sposata con un uomo soffocante, seguace di una setta che circuisce anche lei costringendola a subire in silenzio. Viyada cerca di mettere fine a una tortura costante, fino al punto di accettare l’aiuto di uno sconosciuto capace di far sparire le persone. Il secondo film di domani è Longing (iSala Perla alle 16.45), dell’israeliano Savi Gabizon: la storia di un uomo che scopre di essere padre solo dopo la morte del figlio. La notizia la riceve dalla stessa madre del ragazzo, una fidanzata di venti anni prima. Una drammatica riflessione sul ruolo di padre con uno humour inatteso.

“Il poliedro che è diventato la nostra sezione – dicono Roberto Barzanti (presidente delle Giornate) e Giorgio Gosetti (direttore) – si articola ogni anno di più, forte della grande fedeltà dimostrata dall’industry e dagli autori. Il nostro mestiere è scoprire i talenti, metterli in dialogo,  valorizzare il coraggio di chi fa cinema e siamo lieti di veder tornare “a casa” quei giovani che abbiamo sostenuto in passato e gli autori del futuro che vogliono partire proprio da qui”.

3, 2, 1: venite a volare con noi verso il magico altrove del cinema.

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