Cristoph Waltz, Philip Seymour Hoffman, Robert de Niro, Alan Arkin, Tommy Lee Jones. Nomi di tutto rispetto quest’anno per quanto riguarda la categoria di Miglior attore non protagonista degli Accademy Awards. Una delle cinquina più straordinarie degli ultimi tempi considerato che tutti i candidati hanno già ricevuto, durante la loro carriera, almeno un Oscar per ruoli sia di protagonisti che di comprimari.
Il super favorito è
sicuramente Cristoph Waltz, consacrato al mondo
hollywoodiano grazie alla statuetta vinta nel 2009 per la
straordinaria interpretazione dello spietato Colonnello Hans Landa,
militare delle SS impegnato a combattere i Bastardi
senza Gloria di Quentin
Tarantino. È grazie allo stesso regista che si
assicura la seconda nomination per un ruolo che pare scritto
apposta per lui: l’ironico cacciatore di taglie Dr. King Shultz,
che libera lo schiavo Django per aiutarlo nella sua lotta, ben
remunerata, contro il crimine. A soli tre anni dal suo ingresso nel
cinema americano Waltz si è già conquistato il rispetto e il
riconoscimento non solo del pubblico, ma anche della critica,
chissà che non sia proprio il ritorno alla recitazione con il
regista che lo ha “scoperto” a concedergli la seconda
statuetta.
Un personaggio
altrettanto controverso e affascinante è quello grazie al quale
Philip Seymour Hoffman
conquista la prima nomination come miglior attore non protagonista,
ovvero quello di Lancaster Dodd, capo carismatico di una misteriosa
setta, chiamata La Causa, blandamente ispirata a
Scientology. L’Accademy aveva già premiato Hoffman per
Truman Capote – A Sangue Freddo nel quale
interpreta il ruolo dello scrittore americano nel periodo di uscita
del suo romanzo più famoso e problematico. Sono questi, a quanto
pare, i ruoli che Hoffman esprime con maggior successo,
considerando anche che l’altra statuetta per il quale era stato
nominato, questa volta mancata e strappatagli proprio da Waltz, fu
nel 2009 per Il Dubbio diretto da
John Patrick Shanley.
A competere per l’Oscar
in questa categoria è anche il veterano Robert De
Niro, ormai alla sua settima nomination e con due
statuette già all’attivo (la prima, nel 1975 come non protagonista
per Il Padrino – Parte II e la seconda, sei
anni dopo, per il ruolo principale in Toro
Scatenato). Questa volta l’attore italo-americano è
candidato per la sua interpretazione in Silver Lining Playbook
che a sorpresa è risultato uno dei film con il maggior numero di
nomination (miglior film, miglior regia, miglior attore
protagonista e non protagonista, miglior attrice protagonista e non
protagonista, miglior sceneggiatura non originale e miglior
montaggio). Una personaggio un po’ in ombra il suo, padre ossessivo
e violento di un altrettanto complicato Bradley Cooper alle prese con una
difficile redenzione. Un ruolo, insomma, non all’altezza delle
potenzialità dell’attore.
Il più anziano del
gruppo, Alan Arkin, che dopo una pausa dalle
nomination dell’Accademy durata ben trentotto anni (l’ultima fu per
L’Urlo del Silenzio del 1969) si è
completamente riscattato nel 2007 con la statuetta vinta per
Little Miss Sunshine, film indipendente,
amatissimo da pubblico e critica che gli ha regalato una nuova
notorietà e importanti riconoscimenti come un premio BAFTA e un
premio agli Indipendent Spirit Awards. Nel terzo lungometraggio
diretto da Ben Affleck ha la parte di Lester
Siegel, un determinato produttore cinematografico ingaggiato dalla
CIA per sovvenzionare un progetto cinematografico che dovrà servire
da copertura alla liberazione di alcuni ostaggi americani in Iran
durante la rivoluzione islamica del 1979. Il film ha già raccolto
numerose nomination e si è meritato due Golden Globe consegnati
durante la cerimonia del 13 gennaio a Beverly Hills.
Infine, ultima
nomination annunciata, è quella di Tommy Lee Jones
per la parte di Thaddeus Stevens nel colossal storico di
Steven Spielberg Lincoln che
ha già ricevuto numerosi riconoscimenti e che risulta come il film
con più nomination dell’edizione 2013 degli Accademy Awards. La
parte del senatore repubblicano che si batte per far approvare al
consiglio il tredicesimo emendamento, che si prefigge di abolire la
schiavitù, durante il turbolento periodo della guerra di secessione
americana è sicuramente una prova d’attore difficile ed impegnativa
per l’attore texano già vincitore di una statuetta dorata per il
suo ruolo del tenente Samuel Gerard ne Il
Fuggitivo. Alla sua quarta nomination, la seconda come
attore non protagonista, è sicuramente uno dei favoriti anche se il
suo sforzo interpretativo è stato in parte adombrato dalla
magnificenza e la profondità della performance di Daniel
Day-Lewis come sedicesimo presidente degli Stati Uniti
d’America.
Grande escluso è Leonardo Di Caprio, che per la sua interpretazione del villain Calvin Candie in Django Unchained avrebbe sicuramente meritato una nomination e forse, chissà, anche la statuetta. Tutto ciò a parte aspettiamo trepidanti il 24 febbraio per sapere quale di questi incredibili attori si aggiudicherà il prestigioso premio.