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Film Horror: top 10 (+1) delle bambole malvagie al cinema

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Film Horror: top 10 (+1) delle bambole malvagie al cinema

L’immaginario fantastico e quello dei film horror è sempre stato particolarmente attratto da quel feticcio ludico che sono le bambole. Retaggio infantile, esse rappresentano da una parte la volontà di evitare il distacco dal proprio “Io” bambino, dall’altra il manifestarsi di un attaccamento morboso verso un oggetto dalle sembianze umanoidi – ma affatto umano – sintomo di una maturità distorta. La letteratura antica è piena di storie nelle quali il protagonista di turno si affeziona, o si innamora, di un fantoccio.

Dalla storia di Pigmalione – innamoratosi della statua di sua creazione, che prende quindi vita –  sino all’ossessione paranoide di Coppelius per il suo automa meccanico, ne L’uomo della Sabbia di E. T. A. Hoffmann (1815).

Ne scaturiranno saggi freudiani sul “Perturbante”, ovvero quella sensazione di profondo disagio che oggetti come le bambole, appunto, suscitano in noi: emozioni al contempo familiari ed inquietanti.

Il mondo del cinema, quello di genere in particolar modo, non poteva certo rimanere estraneo allo speciale rapporto uomo-fantoccio.

Ecco quindi una Top 10 (+ 1) dei migliori film horror sulle bambole

LA BAMBOLA ASSASSINA (1988)

La saga del giocattolo per bambini Chucky, posseduto – tramite un rito vodoo –  da un serial killer, ha fatto in qualche modo da apripista al filone moderno delle bambole diaboliche. E’ anche una delle figure più note e riconoscibili dell’immaginario visivo horror. Ha generato ben 5 seguiti, tra cui un remake recente del 2013, nessuno dei quali all’altezza dell’originale.

DEAD SILENCE (2007)

Tra le prime opere dell’ormai lanciatissimo regista James Wan, Dead Silence è un horror molto amato dagli amanti del genere. La tensione corre costante nella storia che ci narra di Mary Shaw, inquietante costruttrice di burattini che ha lanciato una maledizione sulla sua città. La fotografia scurissima e l’aspetto terrificante dei fantocci contribuiscono alla suspense, cui collabora anche l’immancabile canzoncina intimidatoria.

PUPPET MASTER – IL BURATTINAIO (1989)

Piccolo culto da intenditori, questo film a basso costo è in realtà un’ottima opera prima di un regista –  David Schmoeller –  poi caduto nel dimenticatoio. Stavolta si parte dalla morte del burattinaio Andre Toulon, che ha dato vita alle sue creazioni tramite un rito egiziano, per poi concentrarsi unicamente sulle vicende dei suoi sanguinari bambolotti. Ognuno di loro ha una caratterizzazione ben specifica, a partire dalle peculiarità dell’aspetto, un misto di grottesco e accattivante che li rende unici. Altra particolarità del film è quello di essere girato in buona parte in “soggettiva bassa”, ovvero ad altezza burattino: seguiamo quindi le loro efferate malefatte guardando le vittime dal basso verso l’alto. La pellicola ha generato oltre una decina di sequels, che sconfinano più nel comico.

ANNABELLE (2014)

Recente spin-off proveniente dalla saga horror di The Conjuring, Annabelle pare sia ispirato ad eventi realmente accaduti e soprattutto ad una bambola tuttora esistente, chiusa sotto chiave nel particolare “museo dell’occulto” dei coniugi Ed e Lorrain Warren. I due esperti “demonologi” – figure realmente esistite e scomparsi di recente – e le loro vicende, sono stati spesso presi come spunto d’ispirazione per film da brivido. Tuttavia in questo caso ci troviamo di fronte ad un’opera piuttosto piatta, con degli scare jumps prevedibili.

DOLLS (1987)

Piccolo cult, a molti ancora sconosciuto, questo film del visionario regista Stuart Gordon è mix esilarante di scene grottesche e comiche. Lo splatter è dietro l’angolo, ma non disturba; gli effetti speciali, per quanto rudimentali, riescono a rendere bene il racconto su due anziani coniugi che trasformano in pupazzi le persone malvagie. Dalla morale facile, è comunque una pellicola piacevole da guardare: il classico film home video, da godersi con pop corn e a luci spente.

TRILOGIA DEL TERRORE (1975)

Altro cult per gli amanti del genere, il film contiene tre bizzarre storie scritte da una delle menti più brillanti del ventesimo: quel Richard Matheson al quale dobbiamo l’invenzione degli zombie e di opere magistrali come Io sono Leggenda e la serie tv Oltre i Confini della Realtà. Nel terzo racconto, Amelia, incontriamo un feticcio di origini Zuni (sudamericane) che contiene lo spirito malvagio di un cacciatore. Risvegliatosi, il fantoccio mostrerà da subito le proprie velleità sanguinarie, brandendo un coltello da cucina e facendo stragi.

THE BOY (2016)

Più sul genere mistery che horror, il film vede come protagonista l’attrice Lauren Cohan (la Maggie Greene di The Walking Dead). La storia basa la propria suspense sui silenzi e sugli attimi di disorientamento della donna che si ritrova a fare da baby sitter a Brahms, un fantoccio dalle sembianze di bambino, considerato umano dai propri “genitori”. Una volta rimasta sola con il pupazzo, emergeranno le stranezze.

MANIAC (1980)

Semi sconosciuto B-movie anni ’80, Maniac è la storia di uno psicopatico misogino che pratica lo scalpo alle sue vittime per poi adornarvi dei manichini che tiene in casa. Thriller-slasher a bassissimo costo, il film è però un’ottima prova attoriale di Joe Spinell, i cui occhi iniettati di sangue rendono perfettamente l’indole maniacale del protagonista. In un finale delirante i vari manichini prenderanno vita e si vendicheranno del loro creatore.

INCUBI NOTTURNI (1945)

Splendido film d’annata, è composto da diversi episodi. Nel quinto segmento si racconta la storia di un ventriloquo ossessionato dalla sua bambola. Il pupazzo lo condurrà man mano a compiere efferati omicidi e verso la strada della follia.

SAW – L’ENIGMISTA (2004)

La prolifera saga de L’Enigmista, ha reso noto l’inquietante pupazzo che fa da tramite tra il protagonista mietitore e le sue vittime. Ideata e costruita dal regista James Wan in persona, la bambola di Saw – caratterizzata dalle guance rosse e i capelli spettinati – è ormai entrata nell’immaginario orrorifico del cinema, e rappresenta un po’la mascotte dell’intera saga. E’ inoltre un dichiarato omaggio al maestro del cinema dell’orrore Dario Argento, e in particolar modo alle terrificanti bambole utilizzate in Profondo Rosso (su tutte, quella che si muove sul triciclo). Seguendo il disvelarsi della storia, scopriamo che inizialmente il pupazzo era stato costruito dallo stesso Jigsaw, al secolo John Kramer, come regalo per il suo futuro figlio. Con l’aborto della moglie e la perdita del nascituro, la bambola diviene simbolo della rabbia feroce del suo creatore.

LARS E UNA RAGAZZA TUTTA SUA (2007)

Seppur off-topic, questo piccolo film indipendente mette in scena comunque una storia molto particolare. Entriamo nella vita del timido protagonista Lars (un Ryan Gosling quasi irriconoscibile), che d’un tratto decide di iniziare una relazione stabile e rispettosa con una ragazza “finta”. Una bambola ordinata per corrispondenza, fatta di silicone e a grandezza naturale, che lui pretende essere trattata come un essere umano. Ne usciranno fuori momenti esilaranti (in quanto, per non ferire Lars, la sua intera cittadina decide di prendere sul serio la bambola, affezionandosi ad essa), ma anche attimi di profonda riflessione sulla natura e sulle relazioni umane.