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La storia infinita: quello che forse non sai sul film cult di Wolfgang Petersen

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La storia infinita: quello che forse non sai sul film cult di Wolfgang Petersen

Cult del genere Fantasy, trai più amati della generazione degli anni ’80, La Storia Infinita è un classico per tutte le stagioni e le età. Nonostante le tecniche di animazione in CGI abbiano reso desueti molti degli effetti del film, speciali e visivi, l’atmosfera nel racconto di Wolfgang Petersen, presa in prestito dal capolavoro di Michael Ende, rimane inattaccabile nel corso degli anni.

Ma sappiamo davvero tutto del film che porta sullo schermo l’avventura di Atreyu e Bastian? Scopriamo insieme quello che forse non sapete su La Storia Infinita.

Le ferite di Atreyu

Noah Hathaway, che nel film interpreta Atreyu, ha quasi perso un occhio durante la scena di combattimento contro Gmork (Mork in italiano). Uno degli artigli sulle sue zampe giganti lo colpì in faccia. Il robot era così pesante da togliere il fiato al ragazzo, che doveva tenerlo sul petto durante la scena di colluttazione.

Oltre a questo incidente, Hathaway ha subito un altro infortunio sul set, che poteva costargli molto più di un occhio! Infatti le scene con il cavallo sono state altrettanto rischiose per lui. Durante l’addestramento, un cavallo lo calpestò, dopo che era caduto perché ancora inesperto. Durante la famosa scena delle Paludi della tristezza, invece, rimase impigliato con una gamba in un cavo, che lo trascinò sotto il livello dell’acqua. Era incosciente quando fu portato in superficie.

Il budget infinito

Era il film più costoso mai prodotto in Germania al momento della sua realizzazione, oltre al film più costoso al mondo dopo quelli di produzione statunitense e sovietica. È stato un impegno produttivo enorme a fronte, poi, di un grande successo commerciale.

Tentativi di fedeltà al romanzo

Nel bellissimo romanzo di Michael Ende, Atreyu è il cacciatore designato dalla tribù dei Pelleverde, un nomignolo non casuale, visto che tutti gli appartenenti a quel popolo avevano la pelle verde. In fase di preparazione, si tentò per un make up che riproducesse questa pigmentazione, ma ci si rese presto conto che non avrebbe reso giustizia al personaggio a schermo.

Le misure di Falkor

Falkor (Fucur nella versione italiana) è in realtà una creatura motorizzata lunga 13 metri, con 6.000 squame di plastica e pelliccia di piume rosa. Il prop del film originale è “cavalcabile” presso il Bavaria Filmplatz di Monaco, in Germania. Di recente, Atreyu/Hathaway è tornato a cavalcarlo per uno spot televisivo.

L’Auryn

Nel film è l’oggetto misterioso e potente intorno al quale ruota la vicenda, è il simbolo del film per antonomasia ed è il gadget più desiderato e ricercato dai fan di libro e film. L’Auryn è, nella storia, un oggetto potentissimo. L’originale Auryn, utilizzato per le riprese, è ora esposto in bella vista e al sicuro, in una teca, nell’ufficio di Steven Spielberg. Che uomo fortunato!

La furia di Ende

L’autore Michael Ende decise che il film non gli piaceva affatto. Infatti si rifiutò categoricamente di apparire nei credits del film, chiedendo che il suo nome fosse tolto e che il film cambiasse addirittura titolo, facendo causa alla produzione. Tuttavia perse la causa, e adesso compare comunque nei titoli di testa della versione originale. A quanto pare, stando a quanto scritto dal giornalista Der Spiegel nel 1984, lo scrittore aveva sperato che questo film fosse diretto da Andrzej Wajda o Akira Kurosawa.

I denti dell’Imperatrice

Tami Stronach, interprete dell’Imperatrice Bambina, aveva 11 anni al momento delle riprese. Proprio alla vigilia del primo ciak, la bambina perse entrambi gli incisivi, cosa che costrinse il reparto dei prop di scena a farle indossare denti finti. Stronach ebbe non poche difficoltà a familiarizzare con la protesi, ma alla fine la sua interpretazione fu comunque impeccabile.

Una storia a metà

Nonostante la nota origine letteraria del film, non tutti sanno che la storia di Petersen si conclude esattamente a metà della storia di Ende. Il film infatti ripercorre solo la prima metà del romanzo. Esistono altri due film, però, due sequel, di cui il primo racconta maldestramente la seconda parte del romanzo, mentre il secondo racconta una storia completamente originale che si svolge nel nostro mondo e utilizza il libro con l’Auryn stampato sopra come device narrativo. Entrambi sono trascurabili.

La parolacce censurate

All’inizio del film, quando si presenta con gli altri messaggeri nella foresta, l’Incubino pronuncia una parolaccia, che però viene coperta dal rumore assordante che produce il Mordiroccia. Questa parolaccia non viene naturalmente ripresa in nessun doppiaggio, ed è oscurata dal suono del veicolo del Mordiroccia. Trattandosi di un film per bambini, era impensabile che la parolaccia rimanesse, udibile, nel film.

La lunga estate calda

Gran parte del film è stato girato in Germania nell’estate del 1983. È stata l’estate più calda nella storia della Germania in 25 anni. Durante le riprese, date le altissime temperature, una delle statue della Torre d’Avorio si è effettivamente sciolta. In altri giorni, la crew è stata costretta a interrompere la produzione perché gli sfondi blu per il lavoro di computer grafica e per gli effetti speciali non funzionavano correttamente, mandati in tilt dalle temperature elevate.

Il nome

Secondo il libro, il nuovo nome dell’Imperatrice Bambina assegnatole da Bastian che lo urla nella notte è “Moonchild”. Nel film Bastiano ripete alla tempesta il nome “Moonchild”, ma nella versione italiana sembra che il bambino urli “Mamma, ti chiamo Eva”, un richiamo al nome della madre che Bastiano ha perso.

La Storia Infinita in Streaming

Il film è disponibile in streaming su Netflix, un ottimo modo per passare fare un tuffo in un mondo che non c’è, che rischia di scomparire, ma che viene salvato dalla forza di due piccoli eroi.