Brood – la covata malefica: recensione del film di David Cronenberg

Brood - la covata malefica

Brood – la covata malefica è il film del 1979 di David Cronenberg con protagonisti nel cast Oliver Reed, Samantha Eggar, Art Hindle e Henry Beckman.

 

La trama del film Brood – la covata malefica

Trama: A seguito del ricovero di Nola Carveth (Samantha Eggan) nella clinica del professor Raglan, ideatore di una rivoluzionaria terapia per la cura dei disturbi psichici, le vite della figlia e del marito di lei vengono sconvolte da una serie di atroci eventi, portati a compimento da strani esseri, simili a bambini; sarà lo stesso Raglan a rivelare lo sconcertante collegamento tra le creature e la sua paziente, portando il marito a una drammatica e definitiva scelta.

Reduce dall’action movie Fast Company, nel 1979 David Cronenberg riprende l’esplorazione di territori più orrorifici e disturbanti, già avviata nel 1977 con Rabid.

L’analisi del film di David Cronenberg

Brood – la covata malefica (uscito in Italia col solito discutibile sottotitolo: La covata malefica) continua a tessere quelli che saranno i fili conduttori di gran parte dell’opera del regista canadese: l’ossessione per le mutazioni, il potere della mente sul corpo e sulla materia (tema poi ulteriormente sviluppato nel successivo Scanners), gli interrogativi su una società sempre più guidata dal progresso scientifico e dai suoi eccessi.

Per dare vita ai suoi incubi, David Cronenberg sceglie un attore già affermato, Oliver Reed, affiancandolo alla protagonista Samantha Eggar, attrice dalle alterne fortune, culminata con vari premi e una nomination all’Oscar per Il collezionista (1965) di William Wyler. I cinefili italiani la ricordano forse per la partecipazione ad alcuni cult come Il Grande attacco di Lenzi o L’etrusco uccide ancora di Armando Crispino.

Il terzetto dei protagonisti è completato da Art Hindle, che avrebbe presto abbandonato il grande schermo per un più proficua carriera di caratterista in serie tv.

Brood – la covata malefica ancora oggi può essere ricordato come uno dei più felici esempi di horror à la David Cronenberg, caratterizzato da un riuscito mix tra il pathos più gradito agli amanti della suspence e le trovate orrorifiche più apprezzate dagli appassionati del ‘repellente’, tanto  da venire censurato – scatenando  ovviamente le ire del regista canadese – negli   Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna, in particolare,  col taglio della scena che sul finale coinvolge la protagonista e una delle ‘creature’.

Brood – la covata malefica ha ottenuto un buon successo di pubblico, che col passare del tempo non si è affatto affievolito, portando anzi il film e alcune delle sue sequenze ad essere puntualmente citati nelle graduatorie all-time del genere.

In linea di massima positivo anche il giudizio della critica, anche se la componente più ‘disturbante’ ha suscitato più di un riscontro negativo; Brood – la covata malefica è stato inoltre tacciato da alcuni di  essere reazionario, con aperte accuse di misoginia.

Brood – la covata malefica segna l’inizio della collaborazione tra David Cronenberg e il produttore esecutivo Solnicki, che proseguirà anche per Scanners e Videodrome; la colonna sonora rappresenta il primo lavoro per il cinema di Howard Shore, che poi sarebbe diventato un collaboratore abituale di Cronenberg e che ha vinto due Oscar per La compagnia dell’Anello e Il ritorno del Re.

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