Regia: Kurt Wimer
Cast: Christian Bale, Sean Bean, Taye Diggs, Dominic Purcell, Emily Watson.
Trama: Dopo la terza guerra mondiale dei primi anni del XXI secolo, la razza umana ha sentito il bisogno di darsi una regolata bandendo le proprie emozioni, ritenute le principali colpevoli dei crimini di violenza ed odio.
Sotto questa legge è sorta Libria, una società-stato governata da Il Padre, un dittatore carismatico e onnipresente, che attraverso l’utilizzo di un farmaco inibitore di emozioni, il Prozium, controlla la vita dei cittadini. Per evitare rappresaglie e per combattere i ribelli, cittadini non consoni all’uso del Prozium, vengono messi al rogo tutte quelle cose, dai libri alla musica, che possano suscitare emozioni e viene costituito un corpo speciale, formato dagli agenti Cleric, dedito alla salvaguardia della società. Ma sarà proprio un cleric, John Preston (Christian Bale), a mettere in dubbio questo sistema dopo aver provato egli stesso delle emozioni.
Analisi: Cosa
saremmo noi umani senza emozioni? Come sarebbero i nostri risvegli
senza un accompagnamento musicale? E che valore avrebbero le nostre
giornate senza la lettura di un libro, di un abbraccio, di una
risata e, perché no, di un litigio?
Equilibrium esplora questa possibile
realtà, trasportandoci in un futuro freddo e schematico, dove gli
esseri umani sono ridotti ad una schiavitù mediatica e chimica.
Libria ha tutti i connotati di città senza emozioni: edifici
imponenti monocromatici, strade grigie, abiti uguali per tutti, lo
stessa saturazione azzurra del cielo porta con sé un senso di
anedonia. E’ un’ambientazione già vista, in diverse misure, in
altri film, e letta nei romanzi futuristici.
Equilibrium sembra essere una via di
mezzo di tante opere, che si intersecano e coesistono per un breve
istante, e poi vanno a morire in qualche forzatura di sceneggiatura
o in qualche scelta registica orientata ad un prodotto che
preferisce la forma piuttosto che la sostanza. In effetti, quello
che Kurt Wimer ci propone è una giusta
contrapposizione tra trama e azione. Se la prima è vacillante, la
seconda sembra essere il punto forte del film. Spettacolari,
istantanee e dosate alla perfezione, intervallate spesso da momenti
più introspettivi, le scene d’azione convincono egregiamente,
emulando un po’ gli effetti tipici del capostipite del genere
(Matrix) ma senza strafare e rendendosi
appetibili con coreografie quanto mai azzeccate e
innovative.
Christian Bale sopperisce come può ad un ruolo che, per sua natura, deve conferire una faccia asettica e quantomeno priva di espressione. Peccato che quando debba mostrarle, le emozioni e le espressioni, sembri sia impiastricciato nel personaggio, come se il prozium lo usasse davvero. Non la sua miglior prova ma, sicuramente, superiore al resto del cast, svantaggiato da una sceneggiatura che lascia ai rispettivi personaggi solo ruoli marginali o di comparsa; patetico, è per esempio, il breve utilizzo di un ottimo attore come Sean Bean.
Equilibrium lascia un po’ l’amaro in bocca dopo averlo visto. C’erano potenzialità da sfruttare meglio; lo stesso finale, un veloce e scontato epilogo verso una vittoria senza connotati riflessivi, fa storcere un po’ il naso a chi, come me, oltre alla potenza scenica vuole anche una trama da mordere.