In silenzio recensione serie tv
Cr. LANDER LARRAÑAGA/NETFLIX © 2022

Se state cercando su Netflix una serie che per tutta la sua durata vi lasci con il fiato sospeso In silenzio è la scelta giusta. Questa nuova miniserie è incentrata sul personaggio di Sergio Cisar interpretato da Aròn Piper, diventato famoso con il ruolo di Ander Muñoz fin dalla prima stagione del teendrama Élite. Nel numeroso cast di questo thriller psicologico, diviso in sei parti, però c’è anche un altro talento del liceo Las Encinas, infatti spicca il nome anche di Manu Rìos, visto proprio in questi giorni sul red carpet del Festival di Cannes per Strange Way of Life il cortometraggio di Pedro Almodóvar.

 

La trama di In silenzio

In silenzio comunque non è la solita serie spagnola ma un racconto cupo, sobrio e ipnotico dove si studia la personalità di un ragazzo che è stato accusato di aver ucciso entrambi i genitori. La serie parte proprio da questo avvenimento dove vengono mostrati il cadavere di una donna e poi di un uomo che sono precipitati dal balcone dell’ultimo piano di una palazzina di un quartiere benestante di una contemporanea città spagnola che non viene mai rivelata ma che sembra Bilbao. Subito viene indagato e arrestato Sergio il figlio adolescente che non farà resistenza e mai collaborerà con la giustizia. Negli anni successivi, passati in detenzione nel carcere minorile, il ragazzo si chiude in un mutismo e mai rivelerà le motivazioni del crimine e se veramente è stato lui a commettere il duplice omicidio.

Dopo sei anni, grazie anche alla sua buona condotta Sergio, soprannominato da tutti come “L’assassino del balcone”, esce dalla prigione e torna a vivere nella casa, quella dell’omicidio, ora sua essendo l’unico erede. Oltre a indossare alla caviglia un’apparecchio elettronico, che segna ogni suo postamento, il ragazzo non sa che è anche sorvegliato 24 ore su 24, con delle telecamere e dei microfoni nascosti nell’appartamento, da una psichiatra di nome Ana (Almudena Amor) e dal suo team di investigatori, che desiderano studiare se sia un pericolo per la società. L’operazione segreta nel frattempo essa stessa è supervisionata dal vicecommissario Cabrera (Aitor Luna), che come si svela fin dall’inizio, è corrotto ed è stato mandato a sabotarla.

In silenzio recensione serie tv netflix
Cr. LANDER LARRAÑAGA/NETFLIX © 2022

Il taciturno giovane intanto non passa le sue giornate sdraiato sul divano e recluso nella casa del mistero, anzi viene inserito in un programma di recupero, affidato a un pastore evangelico, molto ambiguo, che lo fa lavorare in una serra. Il primo episodio si chiude con la presentazione di Marta (Cristina Kovani) un’addetta alle vendite di un negozio in centro città ma cosa più importante è una delle tante ammiratrici di Sergio. La dottoressa Ana non perderà tempo e chiederà aiuto alla ragazza che accetterà la missione anche rischiando la sua relazione con il suo fidanzato Eneko (Manu Rìos) che gestiste un’agenzia immobilare.

Gli ulteriori cinque episodi, senza svelare troppo la trama piena di colpi di scena, evidenziano varie dinamiche come quella dell’abuso emotivo, la manipolazione, l’isolamento e il disprezzo di sé che prova il protagonista su se stesso. Sergio già dal primo incontro con Marta si apre e racconta che l’unica ragione della sua vita è ritrovare la sorella minore Noa, data in adozione dopo la morte dei facoltosi genitori. La qualità della trama non annoia mai, anzi ti fa desiderare sempre di più capire chi è veramente Sergio, del perchè Ana è ossessionata dal suo paziente e perchè sembra che i due protagonisti, di questo perverso gioco tra schermi e videoregistrazioni, hanno sempre di più cose in comune. Alla fine Noa si rivelerà come la soluzione all’intricato caso che finisce con un vero e proprio salto nel buio del ragazzo e della sua psichiatra che finalmente si incontreranno di persona. 

Non la solita miniserie spagnola

In silenzio è un prodotto seriale con un cast eccellente che per chi ha familiarità con le varie produzioni spagnole di Netflix riconoscerà volti noti e non parlo solo i due giovani attori di Élite. Quelli che spiccano di più, anche merito dei ruoli con più sfumature, sono quello del silenzioso Sergio e di Ana. L’attrice Almudena Amor è impeccabile nel mostrare la sua vera natura della psichiatra, quella ancora più malata del ragazzo che vuole capire e curare.

Per concludere anche se la miniserie è piuttosto cupa fin dall’inizio, viene mostrata sia la corruzione nella polizia che nella setta religiosa, c’è qualche speranza per i personaggi man mano che lo spettacolo procede e lo vediamo con il personaggio di Marta o di Greta (Aria Bedmar) l’unica donna, oltre alla psichiatra che fa parte del team degli investigatori. In silenzio è una miniserie che si svela lentamente, capitolo per capitolo, un’esperienza visiva così eccezionale anche merito della regia uniforme dei registi Gabe Ibáñezna, Esteban Crespo e Aitor Gabilondo.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Simona Tavola
Articolo precedenteFestival di Cannes: le foto dal red carpet di chiusura
Articolo successivoGuardiani della Galassia Vol. 3: le dieci maggiori implicazioni del finale
in-silenzio-miniserie-aron-piperIn silenzio è una miniserie spagnola molto cupa, che potrebbe essere scambiata per un thriller psicologico scandinavo ma non è così, con due cosiddetti “momenti wtf” dove solo gli spagnoli si possono spingere a tanto, ti confermano che stai guardando una serie con per protagonista Aròn Piper che spicca nel ruolo taciturno di Sergio.