L’isola e il maestro, recensione della nuova serie Netflix

Disponibile dal 17 in piattaforma.

L’isola e il maestro recensione

Ambientata nella romantica isola greca di Passo, L’isola  e il maestro è una nuova serie ideata e diretta dal regista e attore greco Christoforos Papakaliatis. Composta, al momento, da una sola stagione di nove episodi, ognuno da circa cinquanta minuti, L’isola e il maestro è una storia che unisce insieme l’elemento romantico con il crime, aggiungendo riferimenti a problematiche attuali e reali. La serie è andata in onda per la prima volta in lingua originale lo scorso tredici ottobre. Nel cast ritroviamo figure emergenti nel cinema nazionale: lo stesso Papakaliatis qui interpreta Orestis, il maestro di musica, mentre Klelia Andriolatou è nel ruolo di Klelia, una giovane bella ed affascinante.

 

L’isola e il maestro, gli amori ed i delitti di Passo

Durante l’estate della rinascita dopo la pandemia, approda a Passo, piccola isola greca, Orestis, musicista e maestro di musica; questo ha il compito di organizzare il festival della musica. Il destino porterà Orestis ad incontrare Clelia, già conosciuta l’anno prima durante un viaggio, tramite un app di incontri. Tra i due scatta una passione incontrollabile, e contrastata da tutti gli abitanti dell’isola, dal padre di Clelia, Fanis, ed ,all’inizio, anche dallo stesso Orestis. Gli intrecci amorosi si mescolano con i traffici illegali dello stesso Fanis insieme a Haralambos, un uomo burbero e violento. A questo si uniscono a creare una cornice completa degli avvenimenti sull’isola le vicende di altri personaggi: la relazione clandestina tra Anthonis, figlio di Fanis, e Spyros, figlio di Haralambos, contrastata da entrambi i padri, con la manipolazione dal primo, e con la violenza dal secondo; l’amore extraconiugale tra Sofia ed il medico dell’isola, i soprusi subiti da Maria per mano del marito Haralambos. Tra amori e delitti i colpi di scena non vengono a mancare!

Due antagonisti, simili ed opposti

Ne L’isola e il maestro sono presenti due figure identificabili come i “cattivi” nello svolgimento delle vicende: si tratta di Fanis e di Haralambos. Questi sono due uomini con storie, caratteri e modi di fare ben diversi;  ciononostante, questi finiscono per avere alcuni elementi in comune, ed a sviluppare un importante collaborazione.

Fanis è un personaggio razionale, freddo e manipolatore; cerca in ogni modo di controllare la propria famiglia, proteggendo, a suo modo, i figli e Sofia, sua moglie. Haralambos, invece, è un uomo forte, burbero e violento; tende ad imporsi con la forza nella sua famiglia, tentando di trasformare Spyros in un uomo come lui, cercando di eliminare con la forza la sua omosessualità. Non ha rispetto per la moglie, sulla quale sfoga la sua rabbia.

Elemento interessante della serie è il connubio equilibrato di romanticismo e crime: la presenza di entrambe queste sfumature rende L’isola e il maestro una storia mai monotona. Molti degli episodi si focalizzano su singoli personaggi, venendo narrati allo spettatore in prima persona: questo permette di esplicitare al massimo i sentimenti delle singole figure, insieme ai loro antefatti. Alla fine di ogni episodio vengono mostrate delle scene su un omicidio avvenuto in un vicino futuro: puntata dopo puntata, vengono svelati tutti i misteri dietro il delitto, fino al finale di stagione, in cui tutti i pezzi vengono uniti insieme.

Altro intreccio narrativo interessante è la relazione tra il vecchio Dionysis e la nonna di Klelia: nei lontani anni 70, infatti, Dionysis era il maestro di musica della giovane. Si tratta di una storia speculare alla relazione tra Orestis e Klelia.

Inoltre, tutti questi avvenimenti hanno come sfondo una romantica e magica isola greca nel pieno dell’estate. Questo crea un clima ancora più avvolgente, riportandoci in una realtà in stile Mamma mia, anche se un po’ più dark.

Klelia AndriolatouLa narrazione della violenza domestica

Una tematica ricorrente è la violenza subita da  Spyros e Maria. Ne L’isola e il maestro viene riportata una rappresentazione puntuale di ciò che, per alcune donne, è la realtà quotidiana. Nell’episodio che ripercorre le vicende di Haralambos ci viene mostrato come la mentalità dell’uomo forte e violento viene innestata con la forza dal padre di Haralambos: questa estrema mascolinità tossica viene tramandata di generazione in generazione, sembra ad un certo punto raggiungere anche Spyros, che, grazie alla madre, riesce a resistervi.

Per quanto la triste situazione di questa famiglia fosse nota a tutti gli abitanti dell’isola, nessuno sembra preoccuparsene, tranne lo stesso Orestis. Maria prova a chiedere aiuto alle autorità, da cui non riceve alcun appoggio ed aiuto. Per quanto la donna cerchi di ergersi dinanzi al marito violento, finisce sempre per esserne sovrastata.

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