Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own): recensione della serie Prime Video

Ragazze vincenti - La serie

Il rifacimento in versione seriale del film di successo Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own) (da noi arrivato con il titolo di Ragazze Vincenti) diretto da Penny Marshall nel 1992, che vedeva a protagonisti Geena Davis, Lory Petty e Tom Hanks, propone una variazione sul tema che adopera la stessa cornice storico-sociale per raccontare tematiche decisamente più attuali.

 

Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own), la trama

Come noto la storia prende spunto dalla formazione nel 1935 della lega femminile di baseball, creata per “salvare” il più popolare sport americano dal momento che la maggior parte dei giocatori professionisti e dei giovani del Paese erano stati arruolati per combattere durante la Seconda Guerra Mondiale.

Co-creator (insieme a Will Graham) e protagonista degli otto episodi è Abbi Jacobson, il cui personaggio di Carson Shaw si trova ad affrontare non soltanto la sfida di giovare come pitch nelle Rockford Peaches ma anche quella umana di scoprire veramente il suo posto nel mondo. Continuare ad essere la moglie ideale di un marito partito per il fronte o affrontare la nuova realtà di un mondo che la vede affermarsi come protagonista del proprio mondo? Allo stesso tempo Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own) racconta anche la storia della giovane Max (Chanté Adams), talento naturale come lanciatrice che vede però il proprio amore per il baseball ostacolato solamente dal colore della propria pelle…

Una feel-good series

Il merito maggiore di Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own) sta nel fatto di settare il tono della serie fin dal primo episodio, e mantenerlo costante per l’intera durata della stagione. Si tratta di un prodotto chiaramente intento a proporsi come “feel-good” entertainment, e all’interno di questo contenitore propone uno sguardo sincero ed efficacemente gentile nei confronti di un tema come l’omosessualità nello sport.

Abbi Jacobson sembra sapere fin dall’inizio quale è la scala dello show e i suoi obiettivi principali, e non li perde di vista per un solo episodio: Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own) non perde mai tensione tentando di diventare eccessivamente melodrammatica o “volare alto” con artifici narrativi o fuorvianti trovate di messa in scena. Al contrario la serie si dipana con un tono gioviale, a tratti magari anche civettuolo, ma in nessun caso superficiale. I rapporti tra i personaggi che compongono la squadra sono ben delineati, e molti archi narrativi funzionano a dovere. Soprattutto lo show restituisce con discreta efficacia la quieta rassegnazione di chi deve condurre la propria vita secondo le etichette prestabilite dal costume dell’epoca, nascondendo i propri impulsi e istinti per non incorrere nello scandalo e nel disonore.

La storia viene sviluppata attraverso due narrazioni principali, in cui appare piuttosto chiaro che quello riguardante Carson Shaw funziona meglio rispetto alle vicende di Max, ma non per questo Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own) soffre di evidenti scompensi in fase di tensione drammatica, tutt’altro. A rafforzare l’operazione partecipano poi la notevole presenza scenica e la bravura di D’Arcy Carden e la presenza di caratteristi di lusso quali Nick Offerman, Kevin Dunn e soprattutto la sempre poderosa Dale Dickey.

Il pubblico seriale in cerca di grandi emozioni o spettacoli di genere pirotecnici nei confronti di Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own) più di tanta attenzione. Si tratta molto probabilmente di uno di quei prodotti che passeranno piuttosto in sordina e non finiranno in troppe Top10 dei migliori show del 2022. Non ci sono grandi star, non c’è un genere “forte” in grado di solleticare l’attenzione degli appassionati, non ci sono neppure artifici drammaturgici particolarmente originali.

Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own) ha una componente sperimentale

Quello che lo show possiede è il tono commedia edificante con alcune pennellate di approccio molto contemporaneo. Sull’ambientazione d’epoca vengono infatti spesso sovrapposti dialoghi coloriti, che impreziosiscono il realismo di personaggi e situazioni. Ecco che allora Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own) diventa un piccolo esperimento che contiene “stonature” elettrizzanti, figure che si muovono con grazia tra stereotipo e originalità, momenti di tenerezza sinceri e discorsi sotterranei socio-politici ben orchestrati. L’intento è quello di regalare al pubblico dolcezza, umanità e ritratti femminili a cui affezionarsi, e in questo l’obiettivo viene pienamente centrato. Rimane il dubbio che avrebbe potuto essere qualcosa di maggiormente ficcante? Forse.

La sensazione precisa vedendo episodio dopo episodio è che non fosse questa l’idea alla base del tutto. E partendo da questo presupposto Ragazze vincenti – La serie (A League of Their Own) diventa una serie perfetta da vedere per una serata in completa rilassatezza, magari se possibile accanto alla persona a cui si è legati. Per coccolarci un po’, difficilmente troverete in giro qualcosa di più adatto.

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Adriano Ercolani
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ragazze-vincenti-la-serie-prime-videoLa sensazione precisa vedendo episodio dopo episodio è che non fosse questa l’idea alla base del tutto. E partendo da questo presupposto A League of Their Own diventa una serie perfetta da vedere per una serata in completa rilassatezza, magari se possibile accanto alla persona a cui si è legati. Per coccolarci un po’, difficilmente troverete in giro qualcosa di più adatto.