Solar Opposites recensione serie tv

Tutti ci siamo chiesti almeno una volta nella vita cosa penserebbero di noi gli alieni potendoci osservare da vicino. A togliere questo dubbio, dando la propria versione dei fatti, è la nuova serie animata Solar Opposites, in arrivo dal 23 febbraio come uno dei primi Star Originals sulla piattaforma Disney+. Gli appassionati del genere ritroveranno da subito numerose somiglianze tra questa e la celebre Rick and Morty. Il motivo è presto detto, dietro entrambe si nasconde la stessa mente creativa, ovvero quella di Justin Roiland. Per questa nuova avventura, egli è stato affiancato anche da Mike McMahan, ideatore di Star Trek: Lower Decks. Ha così inizio una nuova serie dettata dal desiderio di dar sfogo a tutta una sequela di classici elementi fantascientifici in chiave parodica, come anche una più profonda riflessione sull’umanità e il senso della sua esistenza oggi.

 

Contrariamente alla prima serie da lui ideata, con Solar Opposites Roiland non porta i suoi spettatori ad esplorare l’Universo, bensì alla scoperta dell’umanità, in tutti i suoi vizi e virtù. Questa è infatti incentrata su un gruppo di quattro alieni che scappano dal loro defunto pianeta e trovano rifugio in una piccola cittadina statunitense. Per due di loro, Korvo e Yumyulack, la Terra è un posto orribile, caratterizzato dall’inquinamento e dal consumismo. Terry e Jesse, invece, entrano subito in sintonia con gli umani e la loro cultura. Nonostante queste divergenze di opinione, i quattro hanno un compito ben preciso: proteggere e far crescere Pupa. Si tratta di un super computer vivente che un giorno si evolverà distruggendo la terra e ricreando il pianeta natale dei quattro alieni.

L’umanità vista dagli extraterrestri

Intraprendendo la visione di Solar Opposites si può inizialmente rimanere frastornati dalla quantità di eventi e informazioni che vengono forniti in brevissimo tempo. Il rischio è di provare un certo distacco per quanto si sta vedendo, domandandosi se ci sia qualcosa di più dietro quella frenesia generale. Occorre dunque la visione di più di qualche episodio per entrare davvero nel cuore del progetto, che a quel punto si manifesterà in modo più chiaro. Con questa nuova serie Roiland e McMahan utilizzano l’arrivo dell’alieno per poter mettere alla berlina una serie di abitudini e stili di vita che caratterizzano l’essere umano del nuovo millennio.

Ogni episodio appare così incentrato a criticare o ironizzare su aspetti di questo tipo, dal sistema scolastico al mondo dell’intrattenimento. Tutto ciò che oggi può sembrare normale e comunemente accettato si trova qui ad essere analizzato fino all’osso, rivelando la propria futilità o insensatezza. La presenza di personaggi in disaccordo sulla cultura umana permette infine di presentare due lati della stessa medaglia, non facendo dunque schierare il progetto unicamente verso una sola direzione. Se questo è l’argomento della serie, il contesto in cui tutto ciò si svolge è estremamente simile a quello a cui Roiland ha già abituato i suoi spettatori con Rick and Morty.

Pur rimanendo sulla Terra, si ha dunque a che fare con un susseguirsi di eventi nonsense di carattere fantascientifico. Si genera così quell’intrattenimento senza limiti che rinuncia ad una coerenza interna in favore di gag e battute a raffica. Elementi, questi, attraverso cui è ulteriormente possibile ironizzare sull’essere umano. Solar Opposites non si riduce però solo a questo. Parallelamente ad una forte narrazione verticale ne porta avanti anche una, meno evidente, di natura orizzontale. Ciò permette di presentare una serie di elementi che si intuisce avranno una loro particolare importanza nel futuro della storia.

Solar Opposites recensione

Solar Opposites: il valore della satira

Quella che la serie propone è una satira forse semplice nella premessa ma certamente più accattivante nel suo svolgimento. Risulta ormai difficile poter essere realmente pungenti o innovativi nell’affrontare questo tipo di tematiche. Se anche Solar Opposites non riesce sempre ad esserlo presenta ugualmente una serie di elementi, narrativi o visivi, che bastano a garantirgli una propria identità. Ciò risulta evidente a partire dai quattro personaggi protagonisti, ben caratterizzati e accattivanti, a discapito dei secondari che attualmente faticano invece a rendersi memorabili. Da un punto di vista visivo, invece, risulta difficile non rimanere attratti dall’esplosione di colori, forme e invenzioni messe in gioco dagli autori.

A frenare in parte gli intenti vi è però, come precedentemente accennato, un ritmo piuttosto altalenante. Se è vero che vi sono momenti di grande frenesia e follia, è anche vero che vi sono alcuni “momenti morti” che finiscono con il rallentare la visione e il coinvolgimento. Ciò viene tuttavia in parte superato nel momento in cui si va a prediligere la narrazione orizzontale, che sempre più si spera possa però intrecciarsi con quella verticale, comunque fondamentale per un prodotto di questo tipo. La volontà di dar vita a questa unione si manifesta già, seppur ancora in potenza. Si spera possa concretizzarsi ulteriormente con il proseguire degli episodi.

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Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
solar-opposites-disneyIdeata da Justin Roiland, Solar Opposites intende raccontare vizi e virtù dell'umanità attraverso lo sguardo di quattro alieni. Il risultato è un esplosiva sequenza di eventi ricchi di comicità o situazioni nonsense, che lasciano intravedere un affascinante giudizio critico di fondo che è il cuore della serie. A frenarla, ad ora, vi sono però un ritmo talvolta altalenante e una non sempre pungente o brillante opinione sugli argomenti trattati.