Game of Thrones 5×04 recensione dell’episodio con Emilia Clarke

Foto di HELEN SLOAN, per concessione di HBO.

Sulla scia dell’ultimo episodio, anche Game of Thrones 5×04 si presenta un appuntamento ricco di azione, sviluppi narrativi e soprattutto nuovi personaggi e regni che conosciamo per la prima volta. Mentre il caso, nelle inaspettate e ignare vesti di Cersei (Lena Headey), sta offrendo ad Arya (Maisie Williams) una possibilità per accorciare la sua lista, Jamie (Nikolaj Coster-Waldau) e Bronn (Jerome Flynn) intraprendono un viaggio pericoloso, a Dorne. Vediamo la prima volta il più meridionale dei Sette Regni, le sue spiagge, i suoi colori, soprattutto l’ocra della sabbia, dentro la quale si nascondono vipere e bisce, soprattutto le Serpi, le tre figlie di Oberyn Martell che con la complicità di Ellaria Sand (Indira Varma) si preparano alla guerra.

Nella capitale Cersei prende una decisione importante, arma il Credo Militante, una sorta di corpo di guardia del Tempio, al servizio dei Sette Dei.

Le Serpi della Sabbia
Le Serpi della Sabbia

A nord, sulla Barriera, Jon Snow (Kit Harington) riceve una nuova proposta, questa volta più insistente di quella fattagli da Stannis (Stephen Dillane), e dovrà di nuovo decidere che strada intraprendere. A Essos, Daenerys (Emilia Clarke) si trova a fronteggiare i figli dell’Arpia (Sons of Harpy è infatti il titolo dell’episodio), ovvero coloro che non sono affatto felici della fine della schiavitù. I suoi fedeli servitori e alleati la sostengono e la difendono, ma basterà a proteggere la giovane regina dei pericoli che deve affrontare? La fine della schiavitù, così come l’ha intesa l’ultima Targaryen, non è così tanto semplice da gestire e presto Dany capirà che si deve sempre scendere a compromessi. Mentre a Grande Inverno ci vengono svelati altri dettagli su un passato sanguinoso che potrebbe risolvere molte questioni irrisolte del presente, Ser Jorah (Iain Glen) continua la sua impresa in cerca del perdono della sua Regina.

Cersei Lannister
Cersei Lannister

Come anticipato, l’episodio presenta un ritmo molto concitato, buone scene d’azione che contemplano anche una buona dose di pathos e argomenti che non sono estranei all’attualità. La puntata della serie HBO non solo allarga gli orizzonti dell’universo fantastico, ma mette anche in scena dinamiche quali il fondamentalismo religioso e la condanna dell’omosessualità. Gli sceneggiatori dimostrano un approccio efficace alle pagine di Martin, sfruttando però ciò che la serie mette loro a disposizione. Il risultato è un lavoro di riduzione e di invenzione funzionale agli svolgimenti futuri della narrazione.

Le forze in gioco sembrano essere molto più forti dei personaggi stessi e abbiamo la certezza che, qualunque siano i loro peccati, la scure del caso si abbatterà indistintamente su peccatori e virtuosi.

Voto: 4/5 stelle