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L’undicesima puntata di Almost Human inizia con un problema tra coinquilini. Rudy, approfittando della pausa presa da Dorian (Michael Ealy) per ricaricarsi, entra nel suo sistema di memoria per fare un controllo di routine, ma finisce per trovare dei file sorprendentemente personali per un androide. Inutile dire che, al suo risveglio, i due si trovano costretti a ridefinire i confini e le regole della casa.
Nel frattempo però ci viene mostrato un incidente domestico ben più grave. Un sistema di sicurezza perfetto e automatizzato uccide i proprietari della casa che avrebbe dovuto proteggere, proprio come un anno prima aveva ucciso un ragazzo entrato per sbaglio nei confini della proprietà. L’omicidio si svolge sotto lo sguardo di un inquietante maggiordomo olografico che, purtroppo, è l’unico testimone di cui John (Karl Urban) e Dorian dispongono al loro arrivo. Per risolvere il caso i due dovranno investigare all’interno della Synturion, la società creatrice del sistema di sicurezza, e addentrarsi nel mondo sotterraneo degli hackers metropolitani, riuscendo a scoprire la verità prima che un’altra “smart house” uccida i propri abitanti.

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La tensione accumulata nelle puntate precedenti sembra essersi stemperata, ma solo in apparenza: i problemi di convivenza tra Dorian e Rudy sdrammatizzano l’inizio della vicenda per offrire nel finale un interessante spunto narrativo e un nuovo, inaspettato mistero. Benché gli spazi concessi a Mackenzie Crook riescano sempre a strappare un sorriso, soprattutto quando si parla di missioni che richiedono un adeguato travestimento.
I temi della realtà virtuale, della vita on line e del mondo degli hackers vengono trattati un po’ superficialmente: un mondo mal illuminato, pieno di cavi e di schermi alla Matrix, parecchio ridimensionato rispetto a quello che ci si sarebbe potuti aspettare. Attraverso questo scorcio di futuro si delinea il discorso molto più complesso sulle connessioni tra umani, ma anche tra umani e androidi, con qualche momento ben riuscito e toccante.
La puntata nel complesso non è brillante come la precedente, ma si rivela ricca di suspence, regalando agli spettatori anche un po’ d’azione con qualche bel cazzotto tra androidi. L’unica a non percepire la tensione sembra essere Minka Kelly, che vince il premio per impassibilità britannica mantenuta durante un mortale conto alla rovescia.
La trama di passaggio fa il suo dovere, conducendoci verso il finale: mancano ormai solo due episodi al termine della stagione. Non resta che vedere quanti misteri verranno svelati e se davvero la produzione abbia lasciato il meglio di questa serie per ultimo.

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