Appunti di un giovane medico 2×04 recensione dell’episodio con Daniel Radcliffe

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    Nell’ultimo episodio di Appunti di un giovane medico il peso di tragiche scelte è in grado di condizionare l’esistenza, con conseguenze che si abbattono su più di una vita.

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    La morte di Pelageya (Rosie Cavaliero) ha gettato una cupa atmosfera sul piccolo ospedale rurale, malgrado un’ostinata insensibilità mostrata dal giovane medico (Daniel Radcliffe). Dimentico della sua responsabilità, egli insiste nell’intento di conquistare Natasha (Margaret Clunie), finché la verità viene a galla e la menzogna da lui raccontata sul destino del promesso sposo della donna rivela la viltà del dottore, che non può evitare di vederla abbandonare l’ospedale con sdegno.
    La controparte adulta del protagonista (Jon Hamm) finisce per rinunciare a ogni tentativo di perdono: indignato dalla natura spregevole dimostrata in passato, non può più nascondere l’orrore che prova nei confronti di se stesso. E per la prima volta in questa seconda stagione, i personaggi lasciano gli spazi angusti dell’ospedale russo e si addentrano in una tempesta di neve – passaggio che rievoca il finale della prima serie – per rimediare a un imminente attacco che i bolscevichi stanno per sferrare al treno su cui viaggia Natasha insieme ad alcuni ufficiali dell’Armata Bianca.
    Ancora una volta, per motivi esplicitamente egoistici, la colpa del dramma incombente è del giovane dottore: ma il suo interesse per Natasha va davvero oltre la tentazione? Il giovane dottore potrebbe riscattarsi nel tentativo di salvarle la vita… invece la tentazione prevale sull’onore, poiché la morfina corrompe il protagonista con un’insidia fatale. La tragedia della scena raggiunge il culmine quando, all’apice della disperazione, il giovane medico non può rinnegare la propria natura di tossico e la sua codardia, mentre l’uomo che diventerà esprime il proprio ribrezzo verso questo ragazzo che, pur di salvare la pelle, finisce per cedere vilmente alla morfina: il prezzo da pagare è il numero di vite sulla coscienza che questa scelta comporta, che finirà per tormentarlo per il resto della sua vita.
    A dispetto della vigliaccheria del giovane medico, Mosca riconosce i meriti dimostrati nella sua professione, offrendogli un posto nella capitale. E così prosegue la carriera del rinomato medico dipendente dalla morfina.
    Nel 1935 il medico adulto, abbandonata ogni velleità artistica, termina il suo viaggio in treno e apprendiamo così la sua destinazione: dopo oltre quindici anni, torna nel piccolo ospedale dove tutto è cominciato. E in un commovente finale riconosce il suo ritardo cercando una riconciliazione con il ricordo di Pelageya.

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    La seconda stagione della miniserie di Sky Arte si conclude ritrovando l’equilibrio della formula originale, con una nota di mestizia che valorizza questa tragicommedia.