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Dopo aver ucciso il capo dell’IRGC Danesh Akbari, Brody (Damian Lewis) si rifugia con Carrie (Claire Danes) in una casa sicura fuori Tehran. Nel frattempo, a Langley Dar Adal (F. Murray Abraham) cerca di convincere Saul (Mandy Patinkin) a consegnare Brody alle autorità iraniane per garantire a Javadi (Shaun Toub) la carica del defunto generale. Nonostante i rischi e le difficoltà, Saul ordina un piano di estrazione e i due fuggitivi si preparano a lasciare l’Iran, ma inaspettatamente Lockhart (Tracy Letts) interviene e autorizza Javadi a catturare Brody. L’ex-marine è giudicato colpevole e condannato a morte per impiccagione con un’esecuzione pubblica. Un flash forward di quattro mesi ci riporta a Langley: dopo aver ricevuto da Lockhart la carica di direttore della sede CIA a Istanbul, Carrie partecipa con Saul e Quinn alla cerimonia commemorativa degli eroi caduti.

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Non riusciamo a crederci, ma è accaduto: Brody è morto. Per la prima volta Carrie non ha potuto fare nulla per salvarlo e adesso Homeland ha una stella in meno. Perché noi, a differenza della CIA, diamo a Brody la stella che si merita, riconosciamo il suo valore, anche se in un contesto diverso. Nessuno può negare che il suo ritorno negli ultimi tre episodi ha ridato vigore e consistenza a questa stagione, nessuno può negare che la serie non sarà più la stessa senza di lui, perché la forza di Homeland veniva da Carrie e Brody, che fossero alleati o avversari.

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Se non fosse per il grande shock a quasi venti minuti dalla fine, riusciremmo ad apprezzare subito l’ottimo lavoro di sceneggiatura affidato a uno degli showrunner, Alex Gansa, e all’ex-produttrice esecutiva Meredith Stiehm, tornata giusto per il finale di stagione. Nel dedicare solo due terzi di The Star alla conclusione della missione a Tehran, gli sceneggiatori dimostrano di sapere bene quale sarà la reazione del pubblico e di volerlo condurre rapidamente alla fase finale dell’elaborazione del lutto: l’accettazione. Nonostante Carrie sia riuscita in qualche modo ad andare avanti con la sua vita e l’operazione di Saul si dimostri un gran successo, sono sempre tre le parole che continuano a rimbombare nella nostra testa: Brody è morto. Allora non ci resta che ripensare al dialogo tra lui e Carrie nella casa sicura, a come regista, sceneggiatori e attori sono riusciti a creare una sequenza perfetta, in cui il particolare legame tra i due protagonisti e il loro amore fuori dagli schemi trova di nuovo spazio, in maniera discreta eppure così emozionante. Lesli Linka Glatter, regista di punta dello show, firma un finale di stagione davvero potente, non solo per quella morte inaspettata ma per l’ottima performance del cast e la cura che si scorge dietro ogni decisione creativa. Dubbi, paure e un po’ di speranza chiudono questo finale difficile da metabolizzare, un finale da record di ascolti per Homeland e per Showtime.

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