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La seconda puntata si apre con Nucky Thompson che, indagato per frode elettorale, passa la notte in cella. Qui trova “Chalky” White, responsabile della morte di un membro del Klu Klux Klan e per questo fatto arrestare dallo stesso Thompson nel precedente episodio, al fine di garantire la sua incolumità di fronte a probabili vendette della setta. Contemporaneamente, Jimmy Darmody si reca a New York City per proporre un affare ad Arnold Rosthein (Michael Stuhlbarg), il quale però rifiuta. Ma il suo “galoppino” Lucky Luciano (Vincent Piazza), che in passato aveva avuto una fugace relazione con la madre di Jimmy, si mostra interessato a trattare con il giovane per conto del malavitoso Meyer Lansky.

 
 

Ad Atlantic City, Thompson esce da prigione grazie alla cauzione pagata dal suo avvocato e scopre – attraverso una telefonata –  il tradimento del fratello Eli, mentre a casa del Commodoro si continua ad organizzare la caduta del tesoriere. La deposizione di Patrick Ryan e Jim Neely non lascerà infatti scampo a Nucky, il cui appartamento al Ritz è stato messo a soqquadro dalla polizia.

Jimmy Darmody accetta l’accordo propostogli da Lucky Luciano: comprare da lui e Meyer eroina, in cambio della vendita dei propri alcolici. Dopo aver fatto una grossa vincita a poker nel locale di Lucky, Jimmy si macchia di un duplice omicidio: minacciato dagli scagnozzi del boss Joe Masseria, che reclamano i soldi, li ucciderà entrambi.

Nel frattempo, il politico nonché leader dell’IRA John Mc Garrigle (Ted Rooney)  e il suo assistente Owen Sleater (ben interpretato dall’inglese Charlie Cox ), cenano a casa Thompson, dove chiedono e ricevono da Nucky un aiuto economico per la causa irlandese.

L’episodio, dal titolo originale “Ourselves alone”, porta la firma di Howard Korder per la sceneggiatura e quella di David Petrarca per la regia. Anche qui si può riscontrare quell’attenzione per i particolari, nella recitazione, nell’intreccio, nella fedele riproduzione delle ambientazioni, già esibita dalla puntata precedente. Steve Buscemi continua ad essere perfetto nel ruolo del boss senza scrupoli ma anche generoso e in fondo leale, segnato dal suicidio della prima moglie che, ventottenne, si tolse la vita dopo la morte del figlio appena nato. Non è da meno la prova della scozzese Kelly Mc Donald, al suo fianco nei panni dell’intellettuale cattolica e determinata che tiene testa al compagno nella difesa del proibizionismo. I ritmi, tesi a creare una suspense sempre più elevata, sono anch’essi perfetti.

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Ilaria Tabet
Laureata alla specialistica Dams di RomaTre in "Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi", ho frequentato il Master di giornalismo della Fondazione Internazionale Lelio Basso. Successivamente, ho svolto uno stage presso la redazione del quotidiano "Il Riformista" (con il quale collaboro saltuariamente), nel settore cultura e spettacolo. Scrivere è la mia passione, oltre al cinema, mi interesso soprattutto di letteratura, teatro e musica, di cui scrivo anche attraverso il mio blog:  www.proveculturali.wordpress.com. Alcuni dei miei film preferiti: "Hollywood party", "Schindler's list", "Non ci resta che piangere", "Il Postino", "Cyrano de Bergerac", "Amadeus"...ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto!