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Dopo il bagno di sangue che aveva chiuso il precedente episodio, qui l’attenzione si sposta sul concetto di colpa, religiosamente (e cattolicamente) intesa come peccato da espiare attraverso il pentimento e la confessione. Un vero e proprio leitmotiv, attorno al quale ruotano tutti gli eventi nonché i personaggi di questa VI puntata, The age of reason.

 
 

Lo spunto è dato dalla prima confessione di Teddy, ormai ritenuto in grado di saper distinguere tra bene e male. Del resto, afferma il prete che si prende cura della famiglia, “ha raggiunto l’età della ragione”. Siamo di fronte alla prima delle numerose ipocrisie che si manifestano nel corso dell’episodio: l’idea che un bambino di 7 anni possa comprendere ciò che è giusto in un mondo in cui gli adulti sono i primi ad avvalersi del crimine, concepito quale primario strumento di sopravvivenza e sopraffazione dell’altro.

Mentre Nucky è entusiasta dei risultati raggiunti dal nuovo avvocato, Margaret mette in guardia Katy sulla sua relazione con l’avvenente Owen. Anche qui, i ferrei principi professati da Mrs Shroeder (“Ti ricordo che ci sono dei bambini in questa casa”) si scontrano con i reali (ed “impuri”) motivi che conducono la padrona di casa a bacchettare la graziosa domestica. E infatti Margaret stessa prova attrazione nei confronti del giovane irlandese, perfettamente consapevole del fascino che esercita sulla donna.

Nel frattempo, Nelson si reca al capezzale del collega in fin di vita per le ustioni riportate dopo l’esplosione al magazzino. Le poche parole pronunciate da Clarkson (“Ti ho visto, so cosa hai fatto”), portano al crollo dell’agente Van Alden, che inizia a dubitare di un’integrità quotidianamente messa alla prova dalla gravidanza di Lucy. Questa, segregata nell’appartamento, sarà costretta (complice l’indifferenza dei vicini) a partorire da sola. Nelson torna a casa portando con sé un dottore, ma ad accudire la neo mamma troverà la moglie Rose, che dopo una breve ma intensa scenata abbandona la casa.

Durante una passeggiata romantica con Angela, Jimmy incontra uno dei soci di Manny a braccetto con Nucky. Fiutando un probabile tradimento da parte del boss ebreo, lo mette al corrente della situazione: Manny appende Herman a testa in giù nella sua macelleria e, dopo avergli carpito importanti informazioni sui traffici di Nucky, lascierà che sia Jimmy a tagliargli la gola (“Io non posso toccarlo, è ferito: è impuro”).

Ben girata la scena della sparatoria nei boschi, in cui Meyer e Lucky, intenti a trasportare il carico illecito di Nucky, vengono fermati a suon di pallottole da Jimmy, Manny e Richard. La compagnia arriverà a stringere un accordo per rubare il potere a Nucky. Nella scena finale, in cui Teddy è ritratto in una foto post-confessione (non a caso vestito di bianco), si consuma l’ultima bugia della puntata, con Margaret che tace al compagno il contenuto della sua confessione. La telecamera si posa sul fumo che esce dal dagherrotipo.

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Ilaria Tabet
Laureata alla specialistica Dams di RomaTre in "Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi", ho frequentato il Master di giornalismo della Fondazione Internazionale Lelio Basso. Successivamente, ho svolto uno stage presso la redazione del quotidiano "Il Riformista" (con il quale collaboro saltuariamente), nel settore cultura e spettacolo. Scrivere è la mia passione, oltre al cinema, mi interesso soprattutto di letteratura, teatro e musica, di cui scrivo anche attraverso il mio blog:  www.proveculturali.wordpress.com. Alcuni dei miei film preferiti: "Hollywood party", "Schindler's list", "Non ci resta che piangere", "Il Postino", "Cyrano de Bergerac", "Amadeus"...ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto!