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Bryan_Cranston“Uno capisce che è arrivato al successo quando finisce sul petto degli altri”. Bryan Cranston il suo successo è riuscito a stamparlo solo a cinquantasette anni, su milioni di t-shirt e nella mente degli spettatori del piccolo schermo. Merito dello straordinario boom di Breaking Bad e, soprattutto, di un’interpretazione di altissimo livello, che gli ha cucito addosso una seconda pelle, chiamata Walter White.

 
 

Figlio dell’attore Joe Cranston, Bryan è il perfetto esempio di come, nella vita di un attore, l’attesa del ruolo giusto sia fondamentale per spiccare il salto. Nato a Canoga Park, muove i suoi primi passi in California. Studente di scienze politiche, sacerdote part-time, possibile poliziotto, Cranston decide infine di seguire le orme paterne, partendo dai teatri universitari fino a entrare a far parte della Granada Theatre Company. Il salto sul piccolo schermo arriva ai primi anni ’80, con comparse nelle serie Una vita da vivere, Cover Up, Chips e Hill Street giorno e notte, mentre il suo volto appare in alcuni spot pubblicitari e la sua voce nei cartoni animati giapponesi, doppiati sotto lo pseudonimo di Lee Stone.

Il 1983 segna la prima svolta della sua carriera, con un ruolo di un certo rilievo nella soap-opera dell’ABC Quando si ama. Bryan Cranston interpreta Douglas Donovan, insegnante di recitazione di origine cattolica-irlandese della Alden University. Sono anni in cui la soap è ancora scritta dalle storiche penne di Douglas Marland e Patrick Mulcahey, sui cui script Craston comincia a mostrare il suo talento. Un attore che è l’emblema di come, nel mestiere, spesso ci sia bisogno di tempo per emergere. Ottiene, infatti, i seguenti, sporadici ruoli solo intorno ai quarant’anni, apparendo in numerosi telefilm, tra cui La signora in giallo, X-Files, Jarod il camaleonte, Sabrina vita da strega. Da ricordare anche il suo battesimo sul grande schermo, con piccole parti che lo portano, però, a contatto con alcuni grandi registi, quali Joe Dante e John  Landis in Donne amazzoni sulla luna, Steven Spielberg in Salvate il soldato Ryan, e Tom Hanks in Music Graffiti. In quest’ultima pellicola il regista è anche interprete del personaggio di un manager, chiamato Mr. White. Un nome che tornerà prepotentemente nella carriera di Bryan Cranston.

Alle soglie del duemila arriva l’occasione di essere tra i protagonisti in Malcolm, sitcom statunitense che lo farà conoscere al pubblico nei panni del padre Hal e lo porterà, per la prima volta, alla candidatura per il prestigioso premio Emmy, come miglior attore secondario. Il ruolo lo impegna per sei anni, in cui la sitcom ottiene un discreto successo. Dopo saltuarie apparizioni in tv, e il ruolo di Stan Grossman in Little Miss Sunshine, la svolta della carriera arriva nel 2008, quando entra a far parte del cast di Breaking Bad, nei panni del protagonista Walter White.

Bryan CranstonIl creatore della serie è Vince Gilligan, con cui Cranston aveva già lavorato nell’episodio La corsa di X-Files, nel quale interpretava un antisemita malato terminale. Conoscendo Cranston solo per il ruolo di Hal, i dirigenti dell’AMC erano dubbiosi sul suo ingaggio, ma si convinsero dopo che Gilligan mostrò loro l’episodio di X-Files. Da padre di famiglia, sempliciotto, fragile e influenzabile qual’era Hal, Bryan Cranston si ritrova apparentemente in un ruolo simile nei primi episodi delle serie. Questa volta, però, il personaggio muta rapidamente in uno dei character più incredibilmente sfaccettati e inquietanti del piccolo schermo, così come la serie, dopo un principio dal sapore di dark comedy, sprofonda in un dramma shakespeariano di straordinaria potenza. Arrivano elogi da ogni parte, tra cui l’entusiasta lettera di complimenti firmata Anthony Hopkins, che definisce quella di Cranston “la migliore performance che ho mai visto”.

L’interpretazione, oltre a portare due Emmy come miglior attore nel 2008 e 2009, più le nomination Emmy 2010 e 2012, CCTA 2012 e Golden Globe 2012, spalanca a Bryan Cranston le porte di Hollywood. Tra il 2011 e il 2012 è ovunque, dal ruolo di Shannon in Drive a quello di Jack O’Donnell nel film premio Oscar Argo, passando per L’amore all’improvviso, Contagion, Detachment, John Carter, Rock of Age, Total Recall. Una carriera sbocciata tardi, ma in rapida crescita, cui manca ormai solo un ruolo importante, da protagonista, sul grande schermo.

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