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John si trova nel tunnel con l’Invunche che ha intenzione di ucciderlo, il demonologo, in un tentativo disperato, invoca dentro di sé l’unico demone in grado di respingere l’immonda creatura. Tale gesto porterà Manny a scontrarsi con l’esorcista per aver scelto “la strada più semplice” per affrontare il male creando innumerevoli conseguenze a cui solo Anne Marie può rimediare.

 
 

Constantine 1x09The Saint of Last Resorts – part 2 riprende le trame della prima parte con un crescente ritmo che pian piano sarà costretto ad attirare a sé sempre più effetti speciali e registri di matrice horror. Seppur questi sembrano essere più che graditi all’interno dello show di David S Goyer, è il continuo rialzare la posta in gioco che frena la narrazione, lasciando da parte tutto l’aspetto psicologico, che in maniera arguta, era stata affrontata durante la prima parte.
Infatti l’episodio è caratterizzato dal John-posseduto (Matt Ryan) che in recitazione si traduce in sequenze più irascibili, più violente e in cui la lotta contro il tempo diventa fondamentale per salvarlo dall’imminente pericolo. L’inizio della puntata, la sequenza della prigione, ci da modo di approfondire alcune relazioni tra personaggi, ossia: come si sia ormai strutturato il gruppo creatosi attorno all’esorcista, composto principalmente da Zed (Angélica Celaya) e Chas (Charles Halford), nonché concludere la storia di Anne Marie (Claire van der Boom), che in questo episodio rappresenta una delle carenze più nette per la verosimiglianza del racconto. Difatti la suora più volte ha espresso la sua vocazione come “un castigo” e farla divenire lo strumento principale per il piano di John, seppur sia associato ad uno dei sentimenti più cristiani (il perdono), fa rallentare le dinamiche dell’episodio.
Constantine 1x09-3L’altro freno narrativo lo rappresenta ancora una volta Zed-Mary che ha gettato un’ombra ancora più ampia sul suo personaggio e che ogni volta che viene menzionata non contribuisce al suo svelamento. Mentre molto gradito è lo scontro dialettale tra John e Manny (Harold Perrineau), i due personaggi proprio per la loro natura così opposta, danno modo ad ogni parentesi  di approfondire la natura umana del personaggio e il conflitto divino della serie.
Il resto dell’episodio procede con ritmo incalzante, in cui troviamo tutti i personaggi intenti ad adoperare il proprio schema fino al colpo di scena finale, l’arrivo di Vincent (Werner Daehn), che con la sua breve apparizione aggiunge l’ennesimo indizio per la storyline.

La nona puntata di Constantine si sospende tra le pieghe del registro horror che purtroppo gioca con i ben noti cliché visivi e che di conseguenza non è all’altezza della prima parte. Tuttavia la puntata riesce a coinvolgere lo spettatore grazie ai suoi personaggi, il vero elemento importante per cui lo show si distingue dalle altre serie di questo genere.

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