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Sotto l’influenza delle visioni della figlia morta Katie (Tessa Ferrer), Sparks (Michael O’ Neil) decide di fuggire con il bambino di Molly (Halle Berry), per mantenere la progenie viva e con essa le visioni della figlia. Si reca quindi in un luogo di villeggiatura in campagna, dove era solito recarsi con la figlia quando questa era ancora in vita. Molly intanto è braccata dagli agenti di Yasumoto (Hiroyuki Sanada). La donna riesce però a liberarsi e a neutralizzare uno dei suoi aggressori che le rivela del coinvolgimento proprio di Yasumoto all’interno di tutta la faccenda. Kryger (Brad Beyer) e Kern (Maury Sterling) tentano di rintracciare Sparks, sfruttando anche la moglie Anya (Jeannetta Arnette), chiamata dall’ex marito affinché lo raggiungesse. Nel frattempo John (Goran Visnjic) si rivolge a Yasumoto preoccupato per la scomparsa della moglie. Nonostante le prospettive per la serie non siano delle più rosee (e da qui la decisione di mandare in onda più episodi insieme), Extant continua a dimostrarsi una serie di qualità, nonostante alcuni difetti che stavolta non mancano. La confusione infatti regna sovrana.

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Il percorso di Extant è segnato da alti e bassi, da idee pregevoli e da altre meno, ma il problema vero risiede nella continua aggiunta di elementi fuorvianti. A dirla tutta in realtà la serie è tutt’altro che piatta: il problema in Extant è proprio l’opposto. In ogni episodio infatti succede troppo, tanto da non riuscire mai a capire cosa sia importante e cosa no. E la cosa più grave è che nulla sembra portare alla soluzione del mistero principale: cosa è successo a Molly mentre era in missione? Chi è questa misteriosa creatura che ha portato in grembo? Cosa vuole? In ogni puntata lo spettatore si sente come se fosse ancora all’inizio della serie, e non alla fine – ormai vicina. Ogni personaggio in realtà ha uno scopo ben preciso, e tende ad isolarsi dagli altri: Molly vuole ritrovare “suo figlio”, Sparks vuole mantenere in vita la progenie per continuare a vedere la figlia Katie, John vuole riunire la famiglia, Odin (Charlie Bewley) a questo punto abbiamo scoperto che vuole mettere le mani su Ethan, e così tutti gli altri. Extant presenta una serie di elementi e di sottotrame che presi singolarmente non sarebbero assolutamente banali, il problema è che tutto viene gettato lì, senza essere approfondito, lasciando perplesso il pubblico sul come verranno risolte tutte queste situazioni lasciate aperte a solo quattro puntate dalla fine della stagione.

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Aggiungere elementi può essere infatti una buona scelta, se ci si trova all’inizio di una serie, dando così modo allo spettatore di decidere a quale trama appassionarsi, ma arrivati a questo punto occorrerebbe focalizzarsi di più sulle questioni principali rimaste in sospeso. Inoltre in questo episodio si inizia a lavorare sull’interazione tra passato e presente, vedendo l’evidente crisi in atto tra i coniugi Woods. Infine, la piattezza dei personaggi, e l’inverosomiglianza degli atteggiamenti di alcuni di essi, non stimola lo spettatore a scoprire delle loro sorti.

Di positivo in Extant c’è la suspense e il modo in cui viene portata avanti la trama principale, motivo per cui alla fine di ogni puntata lo spettatore si ritrova, nonostante tutto l’amaro, a voler scoprire cosa sia realmente successo all’interno di quella navicella. E poi c’è il piccolo Ethan. Per quanto semplice rispetto al resto, infatti, il percorso di Ethan resta tra i più interessanti. Da sempre infatti il piccolo androide era apparso come in pericolo, ma da quando nella sua vita è comparso Odin il pericolo sembra essere diventato reale. Lui infatti lo conquista con i suoi racconti e con i suoi giochi, e il bambino finisce per dargli fiducia.

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