Game of Thrones 2X06 – recensione

Questo sesto episodio di Game of Thrones stagione due, oltre a raccontarci una parte dei movimenti di ogni personaggio, si concentra con grande attenzione sui giovani Stark, dispersi per i Setti Regni e tutti in condizioni di prigionia o difficoltà.

Robb nel suo accampamento incontra per la seconda volta Talisa, la misteriosa donna che cura i feriti sul campo di battaglia, e ne rimane irrimediabilmente affascinato. Jon, oltre la barriera ha a che fare con un bruto sui generis: si chiama Ygritte, ha folti capelli rossi e intensi occhi di ghiaccio …

Mentre Arya è ancora prigioniera/coppiera di Tywin Lannister, Sansa avrà una tragica avventura dalla quale uscirà quasi per miracolo e grazie ad un aiuto impensato.

Intanto a Grande Inverno Rickon e Bran faranno i conti con la rabbia e il rancore di Theon Greyjoy, che torna al nord con intenzioni tutt’altro che amichevoli, infiammato dal desiderio di compiacere lo spietato padre.

Daenerys continua a destreggiarsi con poco successo in mezzo ai mercanti di Qarth che inevitabilmente ambiscono ai suoi draghi senza supportare davvero la sua impresa di riconquista del trono di spade. La presentazione di nuovi personaggi in questo episodio e la trasformazione radicale di alcune situazioni spinge il racconto da una parte a fermarsi per assimilare i nuovi volti e le nuove situazioni che si strutturano, dall’altra invece la storia precipita con grande velocità e sembra che gli avvenimenti vengano trattati con troppa fretta.

Non vediamo Stannis e la sua sacerdotessa rossa, ma il finale di episodio rivela un avvenimento in parte annunciato e che potrebbe portare molti cambiamenti nelle sorti di un personaggio molto amato.