Fara (Nazanin Boniadi) scopre chi è l’uomo che sottrae da tempo il 5% dei fondi iraniani destinati alle banche americane: Nasser Hejazi. Saul (Mandy Patinkin) capisce subito che in realtà dietro questa falsa identità si cela Majid Javadi, colui che ha ordinato l’attacco a Langley. Nel frattempo, Carrie (Claire Danes) si prepara per l’udienza in cui si deciderà se potrà lasciare la clinica psichiatrica o meno. Sebbene tutto lo staff medico si dichiari favorevole, Dar Adal (F. Murray Abraham) impedisce il suo rilascio, consegnando al giudice Strauss (David Fonteno) un mandato del Dipartimento di Giustizia che indica Carrie come una minaccia per la sicurezza nazionale. Tuttavia, poche ore dopo, a Carrie è permesso di andarsene. A casa sua trova l’avvocato Franklin (Jason Butler Harner), che la invita di nuovo a parlare con il signor Bennett (Martin Donovan), uno dei soci dello studio. Carrie accetta, ma proprio quando lei e Saul sembrano raffigurare i più alti gradi di tradimento, è il momento in cui il vero gioco inizia.
A casa Brody le cose vanno sempre peggio. Dana (Morgan Saylor) aiuta il suo ragazza Leo (Sam Underwood) a scappare dalla clinica per fuggire via insieme. Jessica (Morena Baccarin) chiede aiuto a Mike (Diego Klattenhoff), che scopre qualcosa di molto grave sul conto dell’amico mentalmente instabile di Dana.
Ci ricordiamo il principio su cui Homeland si basa, che nulla è come sembra, solo alla fine di questo episodio. Mentre siamo intenti a giustificare o a giudicare le azioni di Saul e Carrie, chiedendoci dove porterà questa silenziosa e amara faida, non ci rendiamo conto del lavoro degli abili illusionisti dietro lo show. Sceneggiano Game On lo showrunner, nonché produttore esecutivo, Alex Gansa (24, X-Files) e il consulting producer James Yoshimura (Treme). L’episodio ruota intorno alla frustrazione di Carrie, dovuta alla prigionia nella clinica, prima, e all’atto di tradimento verso il suo Paese, poi; descritta con un ritmo crescente, la sofferenza della protagonista diventa quasi insopportabile verso la fine, tanto è surreale la situazione. Il merito va soprattutto a Claire Danes, che ancora una volta esprime alla perfezione il turbinio di stati d’animo del suo personaggio. Convincente è anche l’interpretazione della coppia Patinkin–Boniadi ormai altro punto di riferimento della stagione. A impreziosire il cast arrivano o tornano molte guest star, come David Marciano/Virgil, Diego Klattenhoff, Jason Butler Harner, Martin Donovan (King & Maxwell, Weeds) e David Fonteno (The Good Wife, Law & Order), che ormai sembra essersi abituato a vestire la toga del giudice.
Cura la regia David Nutter (Trono di Spade, Entourage), famoso per essere un regista di pilot, come nei casi di Supernatural, The Mentalist e Arrow. Grazie anche al montaggio di Jordan Goldman (Masters of Sex), Nutter realizza un episodio solido e accattivante, rendendo facile la comprensione di certi eventi il cui sviluppo spiazzerà completamente il pubblico nell’intensa scena finale.
Il prossimo episodio, The Yoga Play, andrà in onda su HBO il 27 ottobre.
