Sono passate quasi due settimane dalla morte di Brody, il marine-terrorista reso celebre dal fulvo Damian Lewis, e gli animi di critici e fan sono ancora caldi: che l’episodio sia piaciuto o meno, tutti sono sconvolti dall’epilogo della vicenda di questo personaggio, un epilogo che per Homeland equivale alla fine di un’era. Quest’opinione unanime ha spinto molti seguaci dello show a definire la dodicesima e ultima puntata della terza stagione un vero e proprio finale di serie, come se il prossimo autunno lo show non tornasse affatto. Per certi versi è vero.
Fin da subito, nella moltitudine di forum, blog e social network i fan si sono ritrovati per affrontare insieme l’improvviso lutto e fare luce sull’episodio finale, The Star, rivelando idee e impressioni molto diverse. C’è chi ha accettato, anche se a malincuore, la scelta degli showrunner, Alex Gansa e Howard Gordon, di far morire Brody, trovandola una soluzione coerente e necessaria allo show. Ormai per il marine, poi terrorista poi risorsa della CIA, non c’era più una via di scampo dal suo passato o una prospettiva di vita serena. Ecco perché la grande maggioranza di fan vedrebbe un ritorno di Brody nella quarta stagione come un colpo di scena ridicolo, oltre che privo di senso. Fortunatamente, ogni dubbio è stato dissipato dalle dichiarazioni dei produttori, che hanno confermato la morte di Brody, e dalla notizia ufficiale dell’addio di Damian Lewis, che non ha firmato per un’ulteriore stagione, almeno per ora. Infatti, quando Entertainment Weekly ha chiesto a Gansa se Brody potrebbe apparire in un flashback o in un sogno, lui ha risposto: “Ne dubito molto, ma non si può mai sapere.”
Gansa ha fatto luce anche sul motivo dietro il tragico evento. Lui non è intoccabile. È una figura spezzata.[Farlo morire] è stata una delle prime decisioni che abbiamo preso quest’anno. C’era la sensazione, tra gli autori, che la storia fosse arrivata alla fine e una volta posto ciò, e realizzato che la redenzione fosse un’idea fallimentare, una cosa ha tirato l’altra. A quel punto si trattava di trovare il modo più drammatico per farla accadere.
Una buona fetta di seguaci, invece, non accetta la scelta azzardata di Gansa e Gordon, contro i quali si scaglia ferocemente, ed è fermamente convinta che senza Brody Homeland non abbia più ragione di essere seguito e, quindi, di esistere. E pensare che Brody avrebbe dovuto morire già nella seconda stagione, ma l’attaccamento dei fan, prima, e Showtime, dopo, hanno convinto gli showrunner a risparmiargli la vita almeno per un’altra stagione. A posteriori, i fan più amareggiati hanno criticato anche l’eccessiva attenzione data alla famiglia Brody, considerando la vicenda personale di Dana un inutile filler. Da un certo punto di vista è comprensibile, soprattutto dopo la totale assenza nel finale di questi personaggi secondari, di cui non conosciamo reazioni o scelte in seguito alla morte del capofamiglia. Gansa, però, ha una risposta anche per questo: “Credo che la loro reazione alla morte di Brody sarebbe stata troppo prevedibile. Non volevo drammatizzare quelle che mi sembravano delle reazioni ovvie”. Tuttavia, le parole più significative sono quelle rivolte ai fan profondamente scioccati: “Anche noi siamo tristi. Piangiamo non solo la morte del personaggio, ma l’assenza sul set di un attore fenomenale, Damian Lewis. Tuttavia lo show andrà avanti e lo farà con alcuni dei suoi fan, se non con tutti. Alcuni volevano che fosse una serie di spionaggio, altri volevano una serie romantica, altri ancora Dio solo sa cosa volevano. Noi non soddisferemo tutti, ma la scomparsa di Brody è arrivata al momento giusto. La sua data di scadenza come personaggio vitale, la cui presenza sullo schermo risulta convincente ogni volta che appare, si stava avvicinando.(…) Noi lo volevamo davanti alla telecamera nel momento in cui significava qualcosa.”
Forse l’unica scelta drammatica che ha trovato d’accordo tutti i fan è legata alla sequenza finale con Carrie e Brody. Niente atmosfera melodrammatica, niente frasi scontate o inadatte al loro tipo di relazione, come un banale ti amo al telefono poco prima dell’esecuzione. Un saluto perfetto alla coppia che ha reso lo show quello che è.
Mentre aspettiamo il prossimo autunno per l’inizio della quarta stagione, abbiamo tempo per decidere se dare una seconda possibilità a Homeland, accettando che sarà ovviamente una serie diversa rispetto alle prime tre stagioni, oppure rifiutare definitivamente l’idea che esista ancora una serie con tale nome, facendo nostro il motto di alcuni fan: “No Brody, No Party”.