Hostages 1×11 recensione dell’episodio con Toni Collette

    Hostages

    L’undicesima puntata di Hostages sceneggiata da Nick Santora mantiene una linea compatta riguardo il tema dell’episodio, l’attentato al presidente, ma questo non basta a stabilire la credibilità della storia, molto spesso contornata da emozioni contrastanti che inducono allo scetticismo.

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    La prima vicenda che viene messa in risalto è la storia tra Ellen (Toni Collette) e Ducan (Dylan McDermott), i due protagonisti da diverse puntate hanno stretto una profonda intesa che sboccia con il bacio a fine puntata e dimostra l’evoluzione del loro rapporto di vittima-carnefice. Seppur questo tipo di relazione ha le sue basi solide in rami quali la filosofia con Hegel, attraverso il potere nel rapporto di coppia, oppure con Dostoevskij, attraverso storie quali La mite. La sceneggiatura trascura tutte le dinamiche e il pathos che si generano da un rapporto così estremo, inducendo solamente perplessità e dubbi sulla storia in generale. Tralasciando per un momento le vicende passate, il sentimento d’affetto sarebbe maturato perché Ellen “si ricorda”, attraverso una scena con Samantha, come fosse finto il suo matrimonio con Brian (Tate Donovan) che ora, contro il suo volere, non manca l’occasione per contrastare l’agente del FBI e cercare una soluzione per salvarsi. Invece per Ducan la scintilla nasce nel momento in cui Ellen si mostra comprensiva per il “sacrificio” che egli sta facendo, salvare sua moglie, e perché finalmente decide di uccidere il presidente.
    A gettare ulteriori ombre è il triplo gioco che Sandrine (Sandrine Holt) muove alle spalle di Ducan, se in principio era stata motivata da Archer nel complotto, inseguito ha cambiato idea spronata da una nuova vita e un compenso economico da parte dell’Agente Logan e ulteriormente mandata in confusione da un bacio con Kramer (Rhys Coiro) che ha capovolto nuovamente la situazione. Tutta questa incertezza è mossa da un personaggio che in passato, senza scrupoli, ha mostrato tutta la sua fermezza e crudeltà facendo male ai ragazzi e uccidendo Boyd.
    Infine anche i due veri cattivi della serie non incutono alcuna paura, anzi se mai restituiscono l’effetto opposto. Le loro idee di colpo di Stato si basano sull’azione pura, senza pensare alle ripercussioni politiche o a possibili indagini interne. L’unica cosa che preoccupa Vanessa (Joanne Kelly) è vendicare suo fratello, che ancora non si sa perché sia morto per mano del presidente, e mettere il “suo uomo” al potere. Quest’ultimo, il Colonnello White, sembra essere il suo burattino che molto spesso si fa anche superare in astuzia da un “semplice agente” dell’FBI.

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    Off The Record è l’ennesima confusionaria puntata della serie prodotta di Jerry Bruckheimer che sembra non riesca a sviluppare i toni della storyline che nelle prime puntate emergevano senza troppi ostacoli, questi dovuti a nuovi personaggi poco sviluppati e motivazioni poco valide.