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Hostages

 
 

La tredicesima puntata Hostages conferma la sua instabilità narrativa anche nella mid season di stagione, in cui si assistono a ripetuti colpi di scena che ormai diventano intuibili ed esili visto i cambiamenti repentini che i personaggi affrontano nell’arco di poche puntante.

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In questo episodio ci viene fornito il primo reale confronto tra Duncan (Dylan McDermott) e Nina (Gemma Forbes), nelle poche scene che i due condividono non traspare nessuna emozione a causa di dialoghi scadenti o ridondanti che non riescono a mettere in scena alcun coinvolgimento narrativo ma solo un mero “riassunto” delle vicende passate, che se per la moglie dell’agente rappresentano un momento di verità, per lo spettatore “onnisciente” sono un ulteriore freno narrativo.Inseguito l’episodio concede grande spazio, per motivi sconosciuti, alla vicenda di Sandrine (Sandrine Holt) e il suo complotto ai danni di Archer (Billy Brown), Duncan e Kramer (Rhys Coiro) che ormai hanno scoperto il suo modo di agire e parte del suo accordo con Logan (Jim True-Frost). Questa grande incertezza che aleggia nelle figure “dominati” dello show favorisce le innumerevoli perplessità sulla tensione che dovrebbe essere il registro portante della serie. Questa emozione si viene a sostituire con lo scetticismo e l’incredulità nel modo in cui viene concessa e tolta fiducia con estrema facilità. In tutte le vicende c’è un esagerazione in termini che coinvolge tutti gli schieramenti: sequestratori, ostaggi e mandanti, in un gioco di potere gestito in maniera scomposta e macchinosa.
Tralasciando per un momento, la retorica e la morale che propone la serie con i suoi personaggi, non c’è un vero intento comune da parte dei singoli schieramenti ma solo un pensiero individuale che introduce un eccessiva pesantezza narrativa nelle dinamiche dello show. In questa puntata assistiamo a Vanessa (Joanne Kelly) che tradisce il colonnello Blair (Brian White), Brian (Tate Donovan) e Duncan che si coalizzano con Ellen (Toni Collette) per depistare Archer e Sandrine, sconvolgendo nuovamente tutte le “forze” in gioco.
Infine, come già annunciato nei precedenti episodi, il coinvolgimento di personaggi, gli unici che erano rimasti ignari o in disparte, come Nina e la First Lady (Mary Elizabeth Mastrantonio) aggiunge quell’eccesso di troppo che annienta qualsiasi percorso di riscatto alla puntata.

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Fight or Flight sceneggiata da Rick Eid e Jeffrey Nachmanoff e diretta da Bill Johnson, si conferma essere una delle peggiori puntate della serie, in cui viene a mancare una sceneggiatura ritmata, dei personaggi accattivanti e una storyline coinvolgente. Gli Showrunner della serie hanno basato le ultime puntate a creare una sorta di ritmo interno ribaltando piani e scenari ma a discapito dei personaggi della serie, che non hanno mai potuto realmente approfondire il loro essere e di conseguenza gli ideali che li hanno spinti sino a questo punto.

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