D: I briganti sono sempre molto amati dal popolo, e anche Carmine lo è nella storia. Perché, secondo te, quest’amore incondizionato nei loro confronti?
R: Perché credo siano dei resistenti, che si oppongono alla sottomissione e allo sfruttamento dei contadini. Quella di Carmine Crocco è una figura molto controversa. C’è chi dice che era un eroe, chi invece un criminale. La bellezza di quest’operazione è stata quella di mettere in scena semplicemente un uomo, che ha questo desiderio di riscatto sociale. La sua è una battaglia su più fronti, e le perde quasi tutte, ma va avanti a lottare, non molla. È un uomo che dice di no, rompe gli schemi, e capisce che la libertà deve passare per il bene comune.
RAFFAELLA REA
D: Com’è questa Nennella? È solo una donna innamorata o è anche lei una resistente?
R: Non è sicuramente una donna innamorata e basta. Io penso sia un altro aspetto di quel momento sociale: non sa leggere né scrivere, ma poi fa un “salto”, capisce l’importanza della cultura per non essere più sottomessa. Mi è piaciuto, poi, misurarmi con l’aspetto scugnizzo: all’inizio porta la gonna ma poi si metterà i pantaloni, combatterà. Non è solo un personaggio d’appoggio alla rivoluzione, ma la fa.
DANILO BRUGIA
D: Il suo personaggio sta dalla parte “giusta”, in fondo.
R: Sì, direi di sì. Il mio è un personaggio di finzione, che però è positivo – all’inizio è amico di Carmine, prende in cura sua madre. Purtroppo, non tutto va come deve andare, si distacca da Crocco, ma poi cerca di tornare indietro.
MASSIMO DAPPORTO
D: Ti ritroviamo in una fiction Rai che interpreti un “cattivo”…
R: Sì, ero in una situazione abbastanza imbarazzante. Letta la sceneggiatura, mi sono trovato dalla parte dei briganti: ho detestato dal primo momento il Conte Guarino, e penso di aver reso la sua malvagità, che non ha alcuna giustificazione. La cattiveria ti dà la possibilità di lavorare su molte sfaccettature, e quindi ti arricchisce (il “buono” invece lavora su un binario unico). Se ho reso un buon servizio al Conte, è solo per l’odio che nutrivo per lui.
DANIELE LIOTTI
D: Che ne pensi, c’è un parallelismo con l’attualità in questo film?
R: Sì, dobbiamo considerare che ancora oggi c’è una profonda spaccatura tra Nord e Sud, una differenza tra due mondi e due Stati, che hanno culture e modi di affrontare i problemi totalmente diversi.