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La penultima puntata di Masters of Sex si concentra sulle conseguenze della rottura tra William e Virginia. Il primo soffre per la perdita della “sua musa” nonché perfetta partner, mentre Virginia sente la mancanza dell’unico uomo che l’ha fatta sentire essenziale e parte di un progetto più grande di lei.

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La sceneggiatura di Amy Lippman riesce a introdurre sin da subito un astuto gioco mentale che avrà un crescendo all’interno della puntata, facendo emergere così tutte le difficoltà che ha il dottore alla vigilia della presentazione del suo studio all’università. Queste inevitabilmente si rifletteranno anche nella sua vita privata e in tutti i discorsi che il dottore rivolge a sua moglie. Proprio queste sequenze mettono in risalto la bravura di Michael Sheen che supportato da una splendida Caitlin Fitzgerald riesce ad interpretare la complessità di un luminare della scienza medica profondamente insicuro quando si tratta di relazioni umane.
Nel frattempo Virginia (Lizzy Caplan), assiste la Dottoressa DePaul (Wendi McLendon-Covey) avvicinandosi alla prevenzione e allo sviluppo del pap-test, progetto che però non l’entusiasma seppur la coinvolga. Inoltre nella vita privata sembra aver “smesso” di cercare una sua completa autonomia ed accetta completamente le precise e perfette attenzioni di Ethan (Nicholas D’Agosto).
Di fatto i rapporti tra i due protagonisti sono ridotti ad un unica scena, ma questo spesso muro di orgoglio, risentimento, ambizione e una sorta di amore, è tangente in ogni dialogo ed espressione dei due attori, dando così corpo a una puntata coinvolgente.
Anche i comprimari quali Libby, Jane (Heléne Yorke), Ethan e la Dottoressa DePaul gravitano intorno ai problemi dei due protagonisti, trascinati nei loro attriti e indifferenze, ma senza intaccare troppo la trama con storie parallele. L’unico tentativo, che difatti distrae dall’emozione generale, è la competizione tra Ethan e George (Mather Zickel) per prendere il posto al fianco di una non curante Virginia, la ridondanza degli intenti del dottore e delle “spacconerie” dell’ex marito, introducono temi ben noti allo spettatore o facilmente intuibili.

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Phallic Victories episodio diretto da Phil Abraham riesce in qualche modo a intrecciare, in ottiche diverse, la relazione mente/corpo. Vedendo scene dettate dalla fredda metodicità in cui “bisogna sempre dimostrare qualcosa” e altre in cui il trasporto emotivo è un ritmo sinuoso come le note che intona a fine puntata Virginia. Questa compensazione si raggiunge grazie ad un perfetto cast e al suo indiscusso protagonista, Micheal Sheen, nonché a una buona sceneggiatura, che se evitasse sempre di “allungarsi” nei contesti limitrofi del sesso, renderebbe più compatte e intense le puntate.

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