Quando Person of interest si apre con un flashback allora ci sono guai in vista, o, meglio, vengono rivelati segreti del passato che inevitabilmente complicheranno i guai del presente.
Nello specifico, è il 2010 e una telecamera di sorveglianza con delle scritte in arabo ci mostra Reese insieme alla fedele partner, Stanton – quella che, secondo la CIA, John avrebbe ucciso a tradimento. Mentre lei è impegnata a ‘interrogare’ un prigioniero, Reese riceve una telefonata di Jessica, la sua ex, che sembra piuttosto disperata. Lui le promette che la raggiungerà in 24 ore… ma ecco che si torna nel presente e stavolta John deve vedersela con la detective Carter, che ha acconsentito a collaborare di nuovo con lui e Finch, ma pretende di saperne di più sul loro lavoro. In fondo, è una questione di fiducia e, a questo proposito, la donna non nasconde i suoi sospetti verso il collega Fusco. Reese non si sbottona troppo e, proprio riguardo a Fusco, è ancora deciso a non informare la Carter del coinvolgimento del suo partner e viceversa. Fusco ormai si è infiltrato nella famigerata organizzazione “HR” e non possono rischiare di comprometterlo: meno persone sanno la verità, meglio è per tutti.
Comunque non è tempo di discutere, li attende un nuovo numero, Tommy Clay, guardia armata in servizio su un furgone portavalori. Naturalmente Finch ha già pensato a tutto: John sarà la nuova recluta addestrata da Clay, così da non lasciarlo mai solo mentre scoprono cosa c’è sotto. Ben presto Finch si accorge di un’auto che segue sempre il furgone e sospetta un assalto imminente. John dovrà tenere gli occhi aperti. Il che vale anche per il Reese del passato: un altro flashback ci mostra lui e Stanton a colloquio con i loro superiori. Uno è l’odioso agente Snow, che ormai abbiamo imparato a conoscere (quello che tuttora dà la caccia a Reese e minaccia la Carter), e anche l’altro lo abbiamo già visto, anzi, vista: è Alicia Corwin, vecchia conoscenza di Finch e del suo defunto socio Nathan, a suo modo coinvolta nella compravendita della Macchina anni addietro. Dopo aver assegnato agli agenti una nuova missione in Cina – una questione di spionaggio informatico assai complessa – Snow chiede a Reese di eliminare Stanton una volta compiuto il lavoro insieme: è sospettata di tradimento, non c’è altra soluzione.
I due partiranno subito e John non potrà mantenere la promessa fatta a Jessica… Neanche il presente sembra roseo: nonostante le precauzioni, l’assalto al blindato va a buon fine: dietro a tutto c’è proprio Clay, il loro ‘numero’. Le cose, però, non sono così semplici e Reese lo intuisce subito: si tratta di uno di quei rari casi in cui il carnefice è anche la vittima e non può certo finir bene. Quanto alla missione in Cina del 2010, Reese e Stanton arrivano al luogo designato, dove è appena stata compiuta una carneficina. Centinaia di persone (prevalentemente ingegneri informatici) sono state assassinate… ma un uomo è ancora vivo: Stanton lo interroga in cinese e il tizio continua a ripeterle che “hanno portato via la Macchina”, dettaglio che lei tiene per sé, per poi uccidere il poveretto. In attesa del recupero, Stanton spara un colpo a John, giustificando la cosa come un ordine da eseguire. Reese le rivela di aver ricevuto le stesse istruzioni: evidentemente nessuno dei due deve uscirne vivo e di certo adesso sono in trappola. Mentre John fugge lasciandosi dietro Stanton, l’edificio salta in aria. Lo sappiamo, niente è mai ciò che sembra… l’agente Stanton non è morta in quell’esplosione. Con grande sorpresa del nostro amato Snow.