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Da una serie come Person of interest non ci si aspetta certo l’happy ending, ma per il gran finale della prima stagione vorremmo almeno essere tranquillizzati! Cosa che, a giudicare dall’incipit di questo ventitreesimo (e ultimo) episodio, non possiamo dare per scontata.

 
 

Dunque, procediamo per gradi. Finch, alquanto allarmato, chiama la Carter perché aiuti Reese, ma in quel preciso istante anche Donnelly – l’agente FBI che dà la caccia a John – richiede l’assistenza della detective e, si sa, prima viene il dovere, poi il piacere. Hanno finalmente localizzato “l’uomo col completo elegante” e c’è una task force pronta a intervenire al momento più opportuno. Vi starete legittimamente chiedendo cosa sia successo per arrivare a questo punto. Bene, il nostro time-code si riavvolge fino al 15 maggio 2012, giorno in cui Finch sottopone a Reese un nuovo numero: Caroline Turing, bella psicologa dalla clientela “di alto livello e massima discrezione”. Nel frattempo, però, John viene contattato anche da Fusco, che vuole solo aggiornarlo sui suoi movimenti all’interno della famigerata HR, ma finisce per ricevere un altro compito da poliziotto buono. La missione è semplice (indagare su questa Caroline Turing), e inaspettatamente veloce: dopo un incontro coi vertici dell’HR, Fusco scopre che l’organizzazione criminale è stata ingaggiata per eliminare la psicologa.

In poche parole, Reese ha 48 ore per cercare di salvarla e Finch ha già un piano dei suoi, che prevede che John la avvicini fingendosi un paziente. Ed è proprio fra i suoi pazienti che Harold crede si nasconda il mandante dell’omicidio, perciò, trattandosi di uomini facoltosi e potenti, c’è solo una persona in grado di sbrogliare rapidamente la matassa: Zoe Morgan, l’affascinante quanto misteriosa ‘risolutrice di problemi’ già vista in un paio di occasioni. Mentre i due cervelloni analizzano le informazioni in loro possesso, Reese affronta la prima seduta con la Turing, che lo inquadra subito. Da pochi piccoli particolari, infatti, deduce che John sia un militare, con tendenze paranoiche o, quanto meno, un impulso irrefrenabile a proteggere e salvare le persone. Più che una psicologa, si direbbe una sensitiva! E il nostro Reese non si smentisce affatto, perché al primo segno di pericolo interviene prontamente salvandole la vita, a costo di mettere a rischio la propria, con le telecamere che lo hanno ripreso e l’FBI che non si è persa un fotogramma. Si nascondono in un hotel, ma presto vengono intercettati sia dai federali – che danno la caccia a lui – sia dall’HR – che vuole la psicologa, ma tanto vale far fuori entrambi e non pensarci più. In fondo, anche se il suo nome resta ancora un mistero, quell’uomo si è immischiato più volte nei loro affari e adesso la pagherà.

La situazione è a dir poco complicata: al quartier generale della task force l’FBI coordina le operazioni di cattura di Reese, ma non sa che i detective Carter e Fusco lì presenti stanno dalla parte del fuggiasco. Tutti e due. E loro per primi non sanno di essere alleati, anche se lo scoprono a breve, quando la Carter, esasperata dall’atteggiamento sospetto di Fusco, arriva a puntargli contro la pistola, costringendolo a rivelarle il suo coinvolgimento personale con Reese e Finch. Ma non c’è tempo per le spiegazioni: i loro amici hanno bisogno di aiuto e più sono, meglio è. John mette in salvo la Turing, mandandola da sola verso il luogo stabilito con Finch per prelevarli, mentre lui si occupa dei cattivi. Purtroppo non ha calcolato un nemico imprevisto, Alicia Corwin, che dopo aver pedinato Finch e scoperto la sua base operativa, lo coglie di sorpresa mentre aspetta la Turing. Alicia è sconvolta, dice che la Macchina ha ucciso Nathan, che non ci si può più nascondere e che lei è stanca di scappare. Finch “ha creato Dio e ora deve aiutarla a spegnerlo”. Ma Alicia sta fuggendo da persone in carne e ossa, gente di cui lei e Nathan si fidavano, la Macchina non c’entra… è bene che Finch lo ribadisca. Se i colpi di scena non vi bastano, voilà! A loro si aggiunge la Turing… in veste di cattiva. Senza neanche le presentazioni, uccide Alicia per poi esprimere tutta la sua soddisfazione nell’essere finalmente riuscita a incontrare Finch. Era da tanto che aspettava questo momento.

Zoe conferma a John che tutta la faccenda non era che una trappola: la Turing ha messo in scena la minaccia contro se stessa per arrivare a loro, perché sapeva come si muovono e voleva portarli allo scoperto. Ci è riuscita, adesso ha Finch. Starà a Reese liberarlo e gli servirà l’aiuto della Macchina. Del resto, Harold è in pericolo perché lavorava per ‘lei’, quindi ora ‘lei’ dovrà aiutare John a salvarlo. THE END.

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Giuditta Martelli
Giovane, carina e disoccupata (sta a voi trovare l'intruso). E' la prova vivente che conoscere a memoria Dirty Dancing non esclude conoscere a memoria Kill Bill, tutti e due i Volumi. Tanto che sulla vendetta di Tarantino ci ha scritto la tesi (110 e lode). Alla laurea in Scienze della Comunicazione seguono due master in traduzione per il cinema. Lettrice appassionata e spettatrice incallita: toglietele tutto ma non il cinematografo. E le serie tv. Fra le esperienze lavorative, 6 anni da assistente alla regia in fiction e serie per la televisione (avete presente la Guzzantina in Boris?). Sul set ha imparato che seguire gli attori è come fare la babysitter. Ma se le capita fra le mani Ryan Gosling...