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Il settimo episodio di Ray Donovan esprime in 45 minuti il talento artistico della sua creatrice, Ann Biderman e dei suoi attori, molto spesso sottovalutati, riuscendo a darci una puntata che sviscera ogni azione e reazione che i componenti di questa famiglia prova nei confronti l’uno dell’altra.

Ray Donovan 2x07 (2)Walk this Way è l’ennesima testimonianza di come in questi tempi si sceneggia bene per la televisione. Seppur la storia possa sembrare, rivista e rivisitata, la differenza la fa il cast e la natura di questi personaggi. La puntata si apre così come si conclude l’episodio precedente, il compleanno di Conor (Devon Bagby) che viene dimenticato da due genitori troppo intenti a farsi la guerra e da una sorella troppo egoista e arrabbiata ma che cercheranno comunque di far ammenda organizzando un party all’ultimo minuto.
Nell’incipit troviamo la miccia e l’avvenimento che condurrà il tutto verso la catastrofe, ossia i tentativi di Abby (Paula Malcomson) di tradire “con i fatti” Ray (Liev Schreiber) e il nuovo cliente di quest’ultimo, Steve Knight (Eion Bailey), che comincia a lasciare il segno nella tempra del nostro faccendiere losangelino. A seguire ci saranno le varie chiamate a Terry (Eddie Marsan), Bunchy (Dash Mihok) e soprattutto Mickey (Jon Voight) che gettano le basi di quegli argomenti che torneranno durante la festa. In questa premessa, suggerita dalle mezzi frasi, dalla conoscenza che ha lo spettatore dello show e dall’interpretazione degli attori, si riesce di per sé a calare la perfetta atmosfera che serve per l’episodio.

Ray Donovan 2x07Successivamente, nei minuti che precedono la festa, notiamo i preparativi, i piccoli divieti e le frecciatine che la famiglia si lancia a vicenda, nonché i presupposti con cui gli invitati si recano al party. Prime volte, argomenti da affrontare e altri da rimandare, il tutto che viene celato sotto una patina che definire etichetta sarebbe eccessivo, mentre invece “ricerca della normalità” si addice a dei personaggi continuamente perseguitati dal loro passato e dall’immagine che hanno di sé. Inevitabilmente Ray è quello che più incamera la situazione, poiché oggetto delle richieste e dei dinieghi familiari, fino a quando una capricciosa Bridget (Kerris Dorsey) non accende la miccia nella polveriera di casa Donovan. Ray ubriaco e imbeccato da Steve comincia a manifestatane la sua insofferenza e rabbia che come di rimando si riverserà su tutti gli altri componenti della famiglia con una violenta reazione a catena che segna la linea per il lancio degli ultimi tre episodi.

La settima puntata di Ray Donovan fa centro nella struttura narrativa, procedendo con la storia di questi multisfaccettati personaggi ma tenendo il freno sulla storyline. Nel lasso temporale in stile “tutto in una notte” e con il simbolico finale prende vita la psicologia a cui la sceneggiatrice statunitense è affezionata e che fa crescere di settimana in settimana i telespettatori confermando l’ottima fattura della serie della Showtime.

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