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Lo scorso 10 Luglio è andato in onda sul canale via cavo FX l’episodio pilota di The Bridge, crime drama adattato e prodotto da Elwood Reid e Meredith Stiehm. L’attesa per questo nuovo show estivo era alta così come le aspettative di chi si preparava a sintonizzare il proprio televisore (ben 4,12 milioni di persone) o a guardare l’episodio sul web. A chi ancora non l’ha visto possiamo dire che queste aspettative non sono state deluse.

 La notte è illuminata dalle luci delle città vicino al confine e noi seguiamo una macchina senza vedere il volto di chi è al volante. Un blackout sul ponte che unisce Texas e Messico, la confusione nella sala controllo della barriera, l’autista che scarica qualcosa per strada e poi corre via in auto. Torna la corrente e grazie alle telecamere di sicurezza scopriamo cos’è successo: il corpo di una donna è stato abbandonato e si trova esattamente sul confine tra le due nazioni. Inizia così il pilot, con un ritmo calmo che non è destinato a durare, con un’azione tragica già compiuta ma lontano dai nostri occhi, con un tassello del domino che sta per cadere sul tassello successivo. La sigla guidata dalla canzone Until I’m One with You, composta ed eseguita da Ryan Bingham (premio Oscar per Crazy Heart), serve solo a farci capire quanto già siamo presi dalla storia. Nei successivi due minuti vengono subite svelate le altre carte in tavola: quattro personaggi (e quindi quattro storie) ma solo due di questi per il momento si incontrano: Sonya Cross, Omicidi di El Paso, e Marco Ruiz, Polizia di Stato del Chihuahua. La posizione geografica del corpo e altri dettagli più macabri creano difficoltà a livello giurisdizionale, spingendo i due detective a lavorare insieme. Alla particolarità del crimine, si aggiungono quelle legate ai due protagonisti: lei è affetta dalla Sindrome di Asperger e lui è uno dei pochi poliziotti non corrotti dai cartelli della droga messicani. Due detective dai caratteri opposti, che per ora hanno in comune solo la volontà di trovare un assassino, che da subito mette in mostra le sue abilità lasciando per ultima la rivelazione del suo intento.

The Bridge ci fa respirare davvero un’aria nuova come si preannunciava. Il modo in cui i due poliziotti si avvicinano l’uno all’altro e in cui le due storie secondarie, momentaneamente scollegate tra loro, si sviluppano parallelamente alla nascita di questa nuova coppia investigativa, rispecchia le mosse preliminari di una partita di scacchi: i vari pezzi prendono posizione, lentamente, senza far capire all’avversario le loro funzioni strategiche fino alla mossa finale. E noi siamo l’avversario, che osserva attentamente per non farsi sfuggire niente e perché la strategia è così ben orchestrata, e in certi momenti anche divertente, che sarebbe difficile guardare altrove.

Diane Kruger, dopo quattro mesi passati a studiare persone con la sindrome di Asperger, si cala splendidamente nella parte, regalandoci un’interpretazione molto convincente. Demiàn Bichir è bravissimo a sostenere il peso emotivo di un personaggio che da un lato si preoccupa costantemente per la sua famiglia a causa dei cartelli e dall’altro deve rapportarsi con una nuova collega dagli atteggiamenti ‘bizzarri’.

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L’episodio si svolge per la maggior parte dei suoi 60 minuti in luoghi con pochissima luce (vicoli nella notte, garage sotterranei, stanze e cantine buie) e se non siamo qui ci troviamo in ambienti freddi e asettici come degli uffici o l’obitorio. Sono poche le scene ambientate all’esterno e di giorno; siamo intrappolati dall’oscurità e dalla paura che nascono da un macabro gioco appena iniziato, a cui vogliamo prendere parte per vederne la fine.

In onda in Italia su Fox Crime dal 18 Luglio.

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