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Il precedente episodio si era chiuso lasciandoci con due sentimenti negativi: paura e delusione, la prima dovuta alla violenza su una ragazza innocente e un cavallo e la seconda all’infedeltà di Marco (Demian Bichir), nei confronti della moglie Alma, da poco incinta, con Charlotte Millwright (Annabeth Gish). Il quarto episodio, Maria of the Desert, riprende dalla storia principale mostrandoci gli sforzi della Polizia di El Paso per trovare il luogo in mezzo al deserto dove Maria, la ragazza messicana rapita dal killer, è tenuta legata sotto il sole cocente. A mettere i bastoni fra le ruote a Cross e Ruiz ci pensano due agenti dell’FBI, Heller (Alex Fernandez) e Gedman (David Meunier), a cui spettano ora le decisioni trattandosi di rapimento. Tuttavia, i soldi del riscatto che dovrebbe fornire la Federal Reserve Bank tardano ad arrivare, diminuendo sempre di più le possibilità di sopravvivenza della ragazza. Questa situazione causa non pochi disagi e non solo alla Polizia, ma anche ai membri dei cartelli, che sono costretti a bloccare il traffico oltre il confine. Entra qui in gioco un altro personaggio, Fausto Galvan (Ramon Franco), un signore della droga, legato a Hector Valdez (Arturo Del Puerto), il giovane messicano che dà la caccia a Linder, e a Graciela Rivera (Alma Martinez), la donna che ha minacciato. Sfruttando il tunnel di Graciela Rivera, che nel frattempo Charlotte ha riaperto per paura di ulteriori e fatali ripicche, Galvan attraversa il confine e contatta il detective Ruiz, offrendosi di pagare lui stesso il riscatto. Marco capisce che ciò che motiva Galvan non è benevolenza, ma accetta lo stesso i suoi soldi per salvare la vita alla ragazza. Mentre i due agenti dell’FBI organizzano la consegna dei soldi seguendo le istruzioni lasciate dal killer a Frye, il detective Cross (Diane Kruger) scopre dove si trova Maria e va a prenderla insieme ad Hank (Ted Levine), trovandola ancora in vita. Al contrario, il pagamento del riscatto non va a buon fine, proprio come si aspettavo Ruiz; una persona cade vittima del killer, le cui mosse c’illuminano ancor di più sulle sue capacità e sulle dimensioni del suo piano di giustizia.
Allontanandoci dal caso, l’attenzione è concentrata di nuovo su Steven Linder (Thomas M. Wright), un personaggio enigmatico e dagli atteggiamenti equivoci, che stupirà coloro che finora avevano provato a conoscerlo raccogliendo le briciole lasciate dagli sceneggiatori.

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Maria of the Desert arriva al momento giusto: mentre risponde a qualche domanda del pubblico, ne crea di nuove e lascia in sospeso alcune questioni da approfondire negli episodi successivi. Gli ideatori Reid e Stiehm, aiutati dallo sceneggiatore Chris Gerolmo (Mississippi Burning – Le radici dell’odio), sanno come tenerci col fiato sospeso e decidono di inquadrare alcuni personaggi secondari o dai contorni sfocati, sfruttando il loro approccio con personaggi nuovi o che non pensavamo di rivedere più. In questo quarto episodio The Bridge ci destabilizza, di nuovo, persistendo nel suo scopo: mostrarci che niente è come sembra, che è meglio non adagiarsi su certezze apparenti e continuare a guardare oltre.

A circa dieci minuti dalla fine, Diane Kruger e Ted Levine condividono una scena molto intensa, che esalta la bravura dell’attrice tedesca nel mantenersi fedele alle caratteristiche mentali del suo personaggio e ci aiuta a vedere più a fondo nel rapporto filiale con il suo capo.
Sperando che il ritmo della serie americana non cali proprio ora, aspettiamo con curiosità il quinto episodio, The Beast.

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