Arriva il 4 gennaio 2017 nei cinema italiani, l’attesissimo Assassin’s Creed ispirato ad una delle saghe videoludiche più famose degli ultimi dieci anni.
Il film tuttavia non corrisponderà precisamente a nessuna delle avventura narrate nei videogames. Per decisione del regista e dell’azienda sviluppatrice del gioco, la Ubisoft, la storyline che vedremo sul grande schermo rappresenterà una storia a sé stante, con un nuovo personaggio al suo timone: Callum Lynch, interpretato da Michael Fassbender.
Essendone anche produttore, Fassbender ha voluto per questa pellicola l’amico Justin Kurzel alla regia, e Marion Cottillard come co-star. Con entrambi aveva infatti già egregiamente lavorato nell’ultima trasposizione cinematografica del Macbeth (2016).
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La storia sarà incentrata sull’annoso conflitto tra l’ordine dei Templari e una misteriosa società segreta, gli Assassini. Gli odierni Templari, sotto le mentite spoglie delle Abstergo Industries, costringeranno il condannato a morte Callum Lynch (Fassbender) ad utilizzare l’Animus, un macchinario rivoluzionario che “sblocca” i ricordi primordiali di chi lo utilizza. Nei panni del suo antenato Aguilar de Nerha, membro dell’Ordine degli Assassini nella Spagna del XV secolo, Callum dovrà affrontare pericolose avventure.
Costato 125 milioni di dollari, il film ne ha incassati $ 22 milioni nella sola settimana di apertura in USA.
Il film Assassin’s Creed è stato studiato nei minimi particolari: gli Assassini indossano costumi e armi progettati minuziosamente, grazie anche all’aiuto dei progetti della Ubisoft.
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Fassbender ha realizzato il 95% dei combattimenti e delle scene d’azione, lasciando il posto al proprio stuntman – Damien Walters – solo per quelle performances altamente rischiose: la pellicola comprende infatti alcune delle più pericolose cadute libere mai viste al cinema. Gli stuntmen si sono dovuti lanciare letteralmente nel vuoto da un’altezza di circa 38 metri, proprio come accade abitualmente nel videogame.
La storia – a detta degli stessi attori e del regista – è particolarmente ambigua: non ci sono buoni e cattivi. Si fatica ad empatizzare sia con i Templari che con gli Assassini, in quanto ipocrite facce della stessa medaglia.
Ma siamo sicuri che lo Spettatore, sovrano giudice a cui rimane sempre l’ultima parola, riuscirà a trovare la propria fazione preferita presso cui schierarsi.