Kubo e la Spada Magica è un film di animazione in stop-motion, ma sul quale è stato utilizzato il digitale in maniera massiccia al fine di ottenere un risultato visivo stupefacente e mai raggiunto prima su un lungometraggio di questo genere. Su tutti software utilizzati in casa Laika, e sono veramente tanti, Dragonframe è quello che ha permesso di donare la vita a tutti i personaggi e portare l’animazione a passo uno a un livello impensabile.

 

scheletro dragonframe

La gestione dell’animazione attraverso Dragonframe consente di avere la padronanza completa del lavoro, controllando ciò che si sta facendo in tempo reale, fotogramma dopo fotogramma e utilizzando come macchine da presa delle normali fotocamere reflex.

Fino a pochi anni fa era necessario usare le stesse cineprese utilizzate per le normali riprese cinematografiche, con l’ausilio di meccanismi che permettessero di scattare fotogrammi singoli. Oltre a comportare problemi di ingombro, enormi costi di gestione e difficoltà di utilizzo, queste macchine da presa impressionavano le immagini su pellicola sensibile e quindi non era possibile controllare il risultato fino allo sviluppo fotochimico del negativo; in poche parole, si lavorava alla cieca, affidandosi alla propria esperienza e sperando in un pizzico di fortuna. Lavorando in questo modo era difficile ottenere buoni risultati in tempi ragionevoli. Certo, maestri come Jan Svankmajer, i Quay Brothers, Ray Harryhausen, hanno creato i loro capolavori in questo modo, ma la scattosità, l’imperfezione, sono divenuti anche il loro stile, hanno saputo trasformare un limite in un pregio. Ma dopo Tim burton’s Nightmare Christmas, con l’arrivo prepotente della stop-motion nella grande distribuzione e in pasto a un pubblico sempre più esigente, era necessario arrivare a una fluidità del movimento uguale a quella dell’animazione 3D.

Così due fratelli Jamie e Dyami Caliri inventarono un software in grado di supportare i moderni stopmotioner. Inizialmente si chiamò Dragon Stop-motion e poi Dragonframe. Cominciò a essere utilizzato ai tempi di Coraline e venne migliorato film dopo film, avvalendosi di tutta l’esperienza e sperimentazione di Laika.

kubo

Queste sono le affermazioni di Travis Knight su Dragonframe:

“Dragonframe è un risultato straordinario in design e funzionalità, una miscela elegante di creatività e tecnologia. LAIKA utilizza Dragonframe su tutte le fasi di realizzazione dei nostri film commerciali e rappresenta  l’elemento centrale della nostra tecnologia di produzione. Si tratta di un programma che è allo stesso tempo semplice e sofisticato, accessibile e intuitivo per l’artista più “troglodita”, ma anche profondo e funzionale per i veterani brizzolati e malati di tecnologia. Con la sua interfaccia ingegnosa, le prestazioni altamente affidabili, e la serie completa di funzioni, Dragonframe è essenziale per la produzione di moderne animazioni stop-motion. È uno strumento indispensabile, come un taglierino o un trapano elettrico. Non riesco a immaginare come sarebbe animare con qualsiasi altra cosa, senza Dragonframe.” (fonte)

dragonframe

Oggi Dragonframe è alla portata di tutti e ha permesso di fare stop-motion anche come forma espressiva libera e autoriale, oltre che destinata al grande cinema mainstream.dragonframeLeggi anche:

Deborah Cook: una grande stilista in miniatura

L’arte nascosta di Kubo e la Spada Magica

Kubo: anatomia di un piccolo grande attore

Laika: il paese dei balocchi di Travis Knight

- Pubblicità -