Con le sue 12 nomination e un incredibile plauso critico e premiale Il discorso del re sembra destinato a trionfare incontrastato alla prossima cerimonia degli Oscar; ciononostante gli altri concorrenti di quest’anno promettono battaglia e potrebbero riservare sorprese inattese. Non fa eccezione Il Grinta, nuova pellicola di Joel ed Ethan Coen, praticamente ignorata ai Golden Globes e a sorpresa candidata con ben 10 nomination fra cui miglior film e miglior regia.
Ottimo risultato per i due fratelli , che nella difficile sfida di restituire vita al romanzo di Charles Portis già soggetto di dell’immortale Il Grinta con John Wayne (che per questa prova vinse l’ambita statuetta a coronamento della sua lunghissima carriera ), stanno godendo anche di un inaspettato successo di pubblico : al terzo weekend di programmazione statunitense, Il Grinta è arrivato a incassare ben 110 milioni di dollari (dopo esserne costati 38 ), salendo al terzo posto sul podio dei western più redditizi negli States, preceduto solo da Wild wild west con 113 milioni e Balla coi lupi con i suoi 184 milioni, facendo dimenticare i “miseri“ 74 milioni di Non è un paese per vecchi che aveva finora incarnato il loro maggior incasso al box office.
Grande dunque il merito di aver restituito successo e notorietà a un genere che ha fatto la storia del cinema e che sembrava ormai impossibilitato a risorgere , pur non avendolo mai affrontato a viso aperto: ma Joel ed Ethan Coen, “il regista a due teste” come vengono scherzosamente soprannominati per via del loro simbiotico rapporto sul set, l’hanno fatto senza dimenticare la propria identità e quello che ormai è un vero e proprio marchio di fabbrica: una straordinaria cura per l’estetica e il dettaglio più effimero per dipingere un’umanità esasperata e disillusa con pennellate grottesche e dove necessario con pungente humour nero. Di grinta ne avevano certo da vendere i piccoli Joel e Ethan quando comprarono una super 8 con i loro pochi risparmi per girare alcuni cortometraggi ispirati ai loro film più amati , e da una ripresa amatoriale alla facoltà di cinema della New York University il passo è breve e determinante, grazie a Sam Raimi per il quale Joel inizia a lavorare come montatore, e a Frances McDormand, destinata a diventare sua moglie e attrice prediletta. Proprio con lei nel 1984 i due debuttano alla regia con Blood Simple (Sangue facile) che li fa notare agli occhi della critica col Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival.
Joel ed Ethan Coen, filmografia
La loro straordinaria “famiglia” cinematografica continua allora ad arricchirsi di nuovi membri con Arizona Junior (1987) e Miles Crossing (1990) , che prendono a bordo John Goodman, John Turturro, Steve Buscemi, Michael Badalucco e Holly Hunter :l’anno dopo con John Turturro e Goodman i due fratelli ottengono la palma d’oro per il miglior film e la miglior regia per lo sporco Barton Fink – E’ successo a Hollywood. L’Academy si accorge finalmente di loro nel 1996 con Fargo che gli fa vincere l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale e premia la prova della McDormand come miglior non protagonista. Nel 1998 realizzano il film che li farà entrare per sempre nell’immaginario collettivo ,pur diventando un cult solo alcuni anni dopo la sua uscita nelle sale: Il grande Lebowsky, storia irriverente di uno scambio di identità e di un nullafacente giocatore di Bowling, con la sua galleria di insoliti e vuoti personaggi rafforza la stella del “drugo” Jeff Bridges, pronto a entrare permanentemente nella squadra.
Dopo Fratello dove sei?, iniziano le incursioni nei generi più disparati ,dal noir ne L’uomo che non c’era (2001) con Billy Bob Thorthon (che gli garantisce la loro terza Palma D’Oro ) alla commedia sofisticata Prima ti sposo poi ti rovino.
Dopo l’insuccesso di Lady Killers del 2004 ,il 2007 è un anno determinante: il loro Non è un paese per vecchi (No country for old men) , sguardo crudo e pessimista sull’impotenza dell’uomo davanti al male e al destino, consacra il loro talento con ben 4 premi Oscar, segnando il trionfo di un modo di fare cinema unico e inconfondibile. Nel 2008 la star Brad Pitt gareggia in idiozia nel grottesco Burn after reading con il collega George Clooney: emblematica a proposito del suo personaggio la dichiarazione di Pitt: ”Non immaginavo che il mio personaggio sarebbe stato un cretino totale che mastica gomme, tracanna Gatorade a più non posso ed ha il cervello bruciato a forza di ascoltare l’I-Pod. Il mio commento a Joel ed Ethan è stato: “Ma è un cretino totale!… ma in fondo in fondo ha un gran cuore”: per i fratelli Coen si può fare questo ed altro.
Ormai non abbiamo più dubbi sul graffiante stile dei cari Joel ed Ethan Coen. Riuscirà l’Academy a smentire sé stessa e i suoi meccanismi?