The Final Destination: la spiegazione del finale del film

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The Final Destination 3D, uscito nel 2009, rappresenta il quarto capitolo della celebre saga horror iniziata con Final Destination nel 2000. Diretto da David R. Ellis, che aveva già firmato il secondo episodio della serie, questo film si colloca come un tentativo di rilanciare il franchise sfruttando la tecnologia 3D, all’epoca in forte ascesa. Pur mantenendo intatta la formula di base che aveva decretato il successo dei precedenti capitoli – ossia un gruppo di giovani che cerca invano di sfuggire a un destino mortale dopo aver scampato una tragedia grazie a una premonizione – The Final Destination 3D punta sull’impatto visivo e sul sensazionalismo delle morti spettacolari.

Il film aggiunge alla saga alcuni elementi distintivi, primo fra tutti l’uso intensivo del 3D per aumentare l’effetto “shock” e rendere le scene di morte ancora più grafiche e coinvolgenti. A livello narrativo, però, si mantiene fedele al canovaccio ormai consolidato: dopo aver evitato un disastro – in questo caso un incidente mortale durante una gara automobilistica – i protagonisti vengono inseguiti inesorabilmente dalla Morte, che si riprende le proprie “prede” con modalità ingegnose e raccapriccianti. Il film accentua così il lato spettacolare e grottesco delle uccisioni, privilegiando l’intrattenimento visivo rispetto all’approfondimento psicologico dei personaggi.

Nel corso dell’articolo, sarà interessante soffermarsi a spiegare il finale del film, che si rivela un compendio di tutti gli elementi tipici del franchise: la ciclicità del destino, l’illusione di poter ingannare la Morte e l’ineluttabilità di un disegno più grande. Analizzeremo come le ultime sequenze chiudano il cerchio iniziato con la premonizione iniziale e come, attraverso un gioco di specchi narrativo, il film sottolinei l’impossibilità di sottrarsi al proprio fato, offrendo un’interpretazione coerente con le tematiche care alla saga.

Shantel VanSanten e Bobby Campo in The Final Destination
Shantel VanSanten e Bobby Campo in The Final Destination. Foto di © 2009 Warner Home Video. All rights reserved.

La trama di The Final Destination

Il film ha inizio durante una corsa di auto, quando Nick O’Bannon ha una terribile visione: per via di un incidente, quasi tutta l’arena sarà distrutta uccidendo moltissime persone, tra cui lui, la sua fidanzata Lori e i due amici Hunt e Janet. Terrorizzato che ciò possa accadere davvero, riesce a convincere i ragazzi del suo gruppo e qualche altra persona a uscire. Non appena fuori, la tragedia che Nick aveva previsto avviene davvero. Il gruppo di fortunati scampati alla morte, però, si troverà ad aver soltanto ritardato ciò che è inevitabile. Quella di Nick, infatti, è stata solo la prima di una lunga serie di visioni sul destino dei sopravvissuti di quel giorno.

Tra questi vi è Carter, un uomo che voleva rientrare in arena per salvare sua moglie, ma a cui George, la guardia, lo ha impedito. Mosso dal desiderio di vendicarsi, questi muore vittima del suo stesso piano. Il giorno seguente anche Samantha, un’altra sopravvissuta, muore a causa di un incidente quantomai impensabile e imprevedibile. A poco a poco, dunque, la morte sembra trovare il modo di andare incontro a tutti i superstiti al disastro dell’arena, nei modi più cruenti e sanguinari possibili. Per Nick e i suoi amici, dunque, ha inizio una sfida che non sembra poter essere vinta in alcun modo.

La spiegazione del finale

Nel terzo atto di The Final Destination 3D, la tensione raggiunge il culmine mentre Nick, Lori e Janet si convincono di essere riusciti a rompere il ciclo della Morte, dopo essere intervenuti per salvare Janet durante un incidente in un autolavaggio e aver impedito un’esplosione in un centro commerciale. La sensazione di sollievo è però destinata a durare poco: durante una successiva scena apparentemente tranquilla in un bar, Nick ha una nuova premonizione, scoprendo che tutto ciò che credevano di aver scongiurato non era altro che un’illusione. La catena di eventi non è stata interrotta e la Morte è ancora in agguato, pronta a reclamare ciò che le spetta.

Haley Webb in The Final Destination
Haley Webb in The Final Destination. Foto di © 2009 Warner Home Video. All rights reserved.

La rivelazione si concretizza in un finale in cui, in un beffardo gioco del destino, i protagonisti si trovano coinvolti in un nuovo incidente: un camion si schianta proprio contro il bar in cui si trovano, ponendo così fine al loro tentativo di fuga. L’ultima sequenza mostra in maniera cruda e repentina come l’illusione di controllo da parte dei sopravvissuti sia del tutto vana. Infatti, poco prima di morire Nick domanda “E se tutto ciò che è successo fosse stato “voluto” per portarli in quel preciso istante?”. Il cerchio, dunque, si chiude così come si era aperto, con una strage inevitabile che conferma la forza inarrestabile del disegno della Morte, pronta a colpire anche quando i personaggi pensano di averla ingannata.

Il finale di The Final Destination 3D è ancora una volta profondamente indicativo dei temi portanti della saga: l’ineluttabilità del destino e l’impossibilità di sfuggire alla Morte. L’apparente vittoria di Nick e delle sue amiche si rivela un inganno: il film sottolinea come ogni tentativo di cambiare il proprio fato sia destinato a fallire. La Morte non può essere battuta, e la pretesa di poter controllare il proprio destino diventa fonte di ulteriore sofferenza. Il racconto assume così i toni di una moderna tragedia in cui il fato si prende gioco della volontà umana.

Questo epilogo anticipa i capitoli successivi della saga, gettando le basi per un ciclo narrativo destinato a ripetersi all’infinito. Le dinamiche del finale di The Final Destination 3D fanno da ponte con Final Destination 5, in cui si esploreranno nuove sfumature della medesima formula, inclusi legami più profondi con il primo capitolo della serie. La lezione è chiara: la Morte può essere ritardata, ma mai fermata, e ogni nuova generazione di protagonisti sarà condannata a scoprire questa verità nel modo più cruento possibile.

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Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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