Antoine Fuqua
Antoine Fuqua a Roma © Cinefilos.it

Antoine Fuqua“Quando ero un bambino mi piaceva tantissimo Sergio Leone, ho visto tante volte tutti i suoi film. Mi piaceva tanto il suo stile, penso che siano realizzati in maniera eccezionale. All’epoca non sapevo nulla di cinema, ma mi piaceva il ritmo e l’umorismo che c’era sempre nei suoi film. Anche se il personaggio principale era un pistolero, alla fine faceva sempre la cosa giusta.”

 

Antoine Fuqua ha confessato così, a cuore aperto, la sua passione per Sergio Leone, una passione che lo accompagna fin da bambino e che si è portato dietro anche nella regia di The Equalizer Il Vendicatore, il suo ultimo film con protagonista Denzel Washington che è venuto a presentare a Roma.

Come ha costruito i personaggi? Ha lavorato insieme agli attori?

“E’ stato Denzel che mi ha chiamato a realizzare il film. Lui aveva già letto la sceneggiatura e già sapeva come sarebbe stato il personaggio. E’ stato proprio lui ad aggiungere tante caratteristiche al ruolo, rendendolo quello che vedete sullo schermo. Lui ha deciso di rasarsi a zero, e sempre lui ha voluto che il personaggio fosse ossessivo compulsivo. Ha scelto il tipo di abbigliamento del personaggio, con queste camicie molto larghe. Ha costruito tutti i piccoli dettagli che si sono aggiunti nel tempo al personaggio. In genere con gli attori parlo molto, mi piace fare ricerche sui personaggi e costruirli con gli attori stessi. Alla fine però voglio anche essere sorpreso da loro e magari qualche volta loro tirano fuori dettagli che diventano importanti.”

Nel film non ci sono solo i cattivi canonici. La polizia, ad esempio, non è rappresentata sempre sotto una luce positiva. Come vede le istituzioni, alla luce anche delle notizie della cronaca americana.

“Non mi piacciono le istituzioni. Mi piacciono i poliziotti buoni, ma in generale non mi piace l’abuso di potere, a qualsiasi livello. I poliziotti, soprattutto quelli che girano per strada e che hanno un contatto con le persone, hanno prestato un giuramento di proteggere i cittadini, ma non è sempre così. Quindi ogni volta che posso enfatizzo questo aspetto. Il mio rapporto con le istituzioni è di odio e amore.”

Sony_TheEqualizer_UKQuadIn Training Day Los Angeles era definita come una giungla. Com’è invece Boston, in cui è ambientato questo film? Come mai ha scelto questa città e come mai i cattivi sono esponenti della mafia russa?

“Boston era l’ambientazione della storia da sceneggiatura, così come i russi erano già presenti nella storia. Boston è però un grande personaggio; per definizione è la città dell’istruzione, di Harvard, ma è anche la città degli operai; è una città piccola ma con tanti segreti. Inoltre è la città della mafia: c’è la mafia russa, la mafia italiana, la mafia irlandese. E’ facile sparire a Boston. Durante le riprese del film era un atto un processo contro un rappresentante della mafia irlandese, e l’autista che mi portava sul set ogni giorno era un amico di questo personaggio. Un giorno ci fermiamo e si mette a salutare un ragazzo, scopro poi che anche questo ragazzo era implicato nel processo e dopo una settimana è stato trovato morto. Ecco, questa è Boston.”

Qual è stata la difficoltà più grande durante la realizzazione del film?

“La cosa più difficile di ogni film è il primo giorno. Il regista deve trovare sempre il ritmo giusto con la nuova troupe, il nuovo cast, e con Denzel non lavoravo da 13 anni, per cui non sapevo se saremmo riusciti a ritrovare la sintonia che avevamo raggiunto sul set di Training Day.”

Che influenze registiche ha avuto nella sua carriera? E, se ne avesse la totale libertà, di quale film farebbe un remake?

“Ho sempre visto tanti film. Oltre a Sergio Leone, mi hanno sempre ispirato Scorsese, Coppola e alcuni grandi film, anche di quelli molto vecchi, come il Primo Scarface. Adoro Fellini, faceva film sulle persone e lui aveva un modo così particolare di fare che non sarei assolutamente capace di rifarlo. Un altro film che mi piace tanto è Nuovo Cinema Paradiso, quando sono triste lo rivedo sempre, parla un po’ della mia storia, di quando ero piccolo e per tenermi lontano dalla strada andavo al cinema. Se avessi la libertà totale farei il remake di un film, farei qualcosa tipo Nemico Pubblico, qualcosa che si addice molto alle mie corde. Oltretutto mi accingo a realizzare I Magnifici Sette, che è un remake di un western, e lo farò con Denzel Washington. Quindi avrò già la mia possibilità in questo senso. Ma alcuni film sono così belli che non oserei mai rifarli.”

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