Matteo Oscar Giuggioli, presenta Billy al Bellaria Film Festival 2023

L'intervista a Matteo Oscar Giuggioli, protagonista di Billy, opera prima di Emilia Mazzacurati in arrivo il 1 giugno

Matteo Oscar Giuggioli Billy

Nella pittoresca cornice di Bellaria, nell’ambito del Bellaria Film Festival arrivato alla 41esima edizione, è stato presentato Billy, opera prima di Emilia Mazzacurati. Per l’occasione, abbiamo intervistato Matteo Oscar Giuggioli (Vostro Onore, Sotto il sole di Riccione), protagonista del film (in arrivo il 1 giugno).

 

Si sta concludendo il Bellaria Film Festival, e Billy, esordio alla regia di Emilia Mazzacurati in cui sei protagonista, chiuderà questa quarantunesima edizione. Che emozione provi?

È la prima volta per me. Nonostante abbia lavorato tanto, questo è il progetto a cui mi sento legato maggiormente, che ho sentito mio, su cui ho pensato di più. E quindi è bellissimo.

Nel film interpreti un ex bambino prodigio, che all’età di 19 anni si trova in una sorta di crisi, accentuata da una situazione familiare non semplice. Ha perso il padre, cerca di tenere a bada i suoi attacchi di panico e si trova costretto a fare da genitore a una madre un po’ svampita. Come ti sei preparato al personaggio e quali sfide hai incontrato durante la sua realizzazione?

Ho dovuto capire l’aria del film, la cupola sotto cui veniva raccontato, ed è stata la parte più difficile perché secondo me è un film che ha una visione molto singolare, precisa. Billy ha tante cose in comune con Emilia (Mazzacurati ndr) quindi le sono stato molto vicino, abbiamo passato molto tempo insieme. Abbiamo fatto moltissime prove, ho fatto su e giù tantissime volte, Milano, Padova, Roma e penso che la chiave fosse proprio Emilia. Quindi sì, mi sono preparato standole accanto e capendola.

Tu sei giovanissimo e, come un po’ tutti noi, vivi in un momento storico in cui molte cose stanno cambiando, evolvendo, seppur all’orizzonte non ci siano tante certezze. Che è un po’ quello che capita nel film sia a Billy che a tutti i suoi comprimari. A te il cambiamento spaventa oppure lo abbracci con serenità?

Lo abbraccio. Con serenità non lo so. Il cambiamento è anche novità. Se non ci fosse, sarebbe tutto un po’ noioso. Poi io sono una persona molto curiosa, quindi cerco di guardarmi sempre un po’ in giro e vedere cosa c’è intorno. Il cambiamento è un’incognita, però è da prendere perché la vita è fatta di cambiamenti. Le persone arrivano, vanno via, vivono, muoiono, nascono e bisogna accoglierlo al meglio.

Essere giovani non è per niente facile. È il periodo di vita in cui ci si sente più vulnerabili e in cui non sempre si ha la consapevolezza dei propri desideri. Quello che accade anche al tuo Billy… tu hai vissuto un momento del genere, in cui ti trovavi in un limbo?

Certo. È dovuto all’età, all’esplorazione, quindi sì, spesso. Però il non essere in equilibrio aiuta a capire come esserlo, perciò viva i momenti di disequilibrio!

Una bellissima frase. La regista ha detto: il primo passo per essere felici è cercare di fare pace con se stessi e con quegli aspetti di noi che esistono al cambiamento che vorremmo. Cosa ne pensi? C’è qualcosa di te che hai dovuto accettare e basta?

Guarda, giusto qualche settimana fa ho chiesto alla psicologa cosa bisognerebbe accettare di noi stessi e cosa dovremmo invece cambiare. Dire di essere “fatti così” va bene, però può essere spesso un alibi oppure è semplicemente l’accettazione di quello che siamo, ma quando è giusto rimanere quello che siamo e dove è invece giusto cambiare? E lei mi ha detto: finché quella parte di te stesso non fa male a te o agli altri. Solo allora vale la pena cambiare.

Ed ha assolutamente ragione. Ma invece di te cosa ci racconti? Come mai hai scelto di diventare attore? Quando è scoccata la scintilla che ti ha fatto dire: questa è la strada che voglio percorrere.

Non c’è stato un momento in cui ho detto di voler diventare attore, c’è stato però un momento in cui ho detto: voglio recitare. Ho scoperto la recitazione in un corso extrascolastico di teatro. Ho sempre sentito dentro delle cose che esigevano di essere espresse e non avevo trovato, prima di allora, il mezzo per farle uscire fuori e in realtà la recitazione mi ha dato proprio la lingua per comunicare.

Tra l’altro il tuo primo vero palcoscenico, prima di approdare davanti la macchina da presa, è stato proprio il teatro, dove hai preso parte a diverse opere. Cosa ti porti da questa esperienza?

Ma, se devo essere sincero, ogni volta che ho tempo scappo sempre a teatro. È una terapia. Io, proprio come indole, ho bisogno di sudare. Di scaricarmi molto perché sono iperattivo. Poi a me piace molto abbracciare e il teatro è proprio questo, la libertà del corpo. Quando torno dalle riprese vado sempre lì, perché fra i due è quello che mi fa stare meglio. Ne sento l’esigenza.

E a proposito di palcoscenico, teatro e cinema hanno due impostazioni diverse, anche a livello di recitazione. Hai trovato delle difficoltà al passaggio dall’uno all’altro?

Mi è venuto tutto in maniera spontanea. Non ho mai avuto un’impostazione teatrale rigida e dura che poi al cinema potesse dare fastidio. A teatro ho dovuto incanalare poi sempre tantissima energia, quindi al cambio non ho percepito nessuna fatica.

E allora torniamo al cinema. Quali sono i personaggi fin’ora interpretati in cui ti sei rispecchiato maggiormente?

Quasi sempre qualcuno rappresenta una parte di me. Billy per esempio ha tanti lati del carattere che sono simili al mio, altri invece non lo sono. Abbiamo in comune il timore di andar via, di allontanarsi dagli affetti, ma su altre cose siamo all’opposto. Ad ogni modo Billy è quello che mi rispecchia di più, e che mi fa piacere mi rispecchi di più.

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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.