In occasione della presentazione alla stampa di Hardcore!, film scritto, diretto, co-prodotto ed interpretato da Ilya Naishuller, Max Giovagnoli, esperto di cinema e professore dello IED, Matteo Corradini dei The Pills e il direttore del Vigamus Museo del Videogioco di Roma Marco Accordi Rickards hanno sostenuto un dibattito, prendendo spunto dal film, sul linguaggio e sullo stile innovativo della pellicola in questione.

 

Giovagnoli, maggiore intenditore di cinema che di videogames, ci ricorda come si sia sviluppata la ripresa in soggettiva nella storia del cinema, derivata com’è da quella letteratura hardboiled che aveva fatto di Hammet e Chandler i propri capostipiti e che venne ripresa dal cinema di genere noir a partire dagli anni ’40: “Ci sono tanti tipi di Soggettive. La storia del cinema ci ha regalato bellissimi film in soggettiva. Personalmente ho amato molto che il giovane regista Ilya Naishuller abbia omaggiato Lady in the Lake di Robert Montgomery, del 1947, uno dei primi film della storia del cinema in soggettiva, e il cui manifesto si intravede all’interno di Hardcore!»”.

Viene evidenziato il parallelo tra Henry e Robocop, in quanto le soggettive dell’uomo resuscitato dalla femme fatale ad inizio film richiamano il risveglio del cyberg poliziotto accerchiato dagli scienziati nel cult movie di Verhoeven.

Allo stesso modo le azioni frenetiche e vissute in prima persona in Hardcore! fanno eco allo snuff movie di Strange Days.

Grazie agli altri ospiti è stato possibile capire invece le innumerevoli fonti videoludiche alle quali il film attinge.

All’interno della pellicola vi sono riferimenti affatto scontati. Il “guru” del videogaming Marco Accordi Rickards afferma: “Guardando questo film il videogiocatore ha una reazione particolare. Dopo un po’ di minuti capisce che questo film può regalare un momento “identitario” che il videogiocatore non ha mai avuto su grande schermo. Il videogame al cinema è stato sempre trattato molto male.» – «Questo film osa molto. Non è un’operazione di marketing che utilizza i diritti di un videogioco. Piuttosto qui il videogiocatore vi ritrova: la verticalità e la vertigine di Mirrors Edge; alcune situazioni di tipiche missioni di Call of Duty; il personaggio brutalmente trasformato in cyborg come in Quake 4. E tanti altri esempi. Ad ogni modo qui capiamo che gli autori, o comunque la crew, è composta da veri videogiocatori. Solo così possiamo spiegare le innumerevoli citazioni, e i dettagli che non si limitano solo alla soggettiva, inventata dalla ID Software con Wolfstein 3D e reinventata da Half-Life. Si tratta di quello che succede attraverso la soggettiva, del trasformare in realtà quella fisica irrealistica che siamo abituati a vedere nei videogiochi. Si veda su tutte quella “ragdoll physics” dei corpi che sbalzano in tutte le direzioni. Si tratta insomma di una bella contaminazione col mondo del videogame. Speriamo si realizzi quella rivoluzione che nei videogiochi è arrivata quando Half-Life ha dimostrato che la prima persona non vuol dire per forza “sparatutto” ma che si possono raccontare anche altre cose”.

Per ultimo interviene Matteo Corradini: “Hardcore! è un film d’azione che per certi versi mi ha ricordato alcune sequenze di Old Boy e di The Ride. E’ “ultrafrenetico”. A questo scopo la soggettiva è utile perché aiuta a trarre la parte “figa” dei videogiochi, quasi come di questi prendesse le parti migliori». – «Se proprio devo fare una critica ad Hardcore! ammetto che sarebbe stato bello se si fossero concentrati maggiormente sulle strutture narrative o sul modo di comunicare determinati eventi”.

Divertente e azzeccato il suo paragone tra il cattivo del film, Akan (Danila Kozlovsky) e lo Zingaro di Luca Marinelli in Lo chiamavano Jeeg Robot.

Corradini conclude affermando: “Penso sarebbe bello se un giorno facessero un film con la struttura narrativa di Chrono Trigger, gioco di ruolo classe ‘95, con una trama intricatissima. (…) Spero quindi che un giorno i film d’azione guardino anche al modo di progettare le idee di un videogioco, non tanto alla semplice resa dello sparatutto in prima persona”.

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